Il reato penale è lo stato di vita di Giulia Cecchettin ed è veramente grave ed orribile. È stata uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta. Certamente è giusto, sacrosanto e doveroso chiedere giustizia per lei.
Le prove contro Filippo sembrano inconfutabili. Visto che il fatto è gravissimo, con la condanna, la pena deve essere molto severa.
Tuttavia, riflettendo sul fatto, ha assicurato che ci fosse una rigorosa riflessione su quanto accaduto in quei giorni all’interno di questo delitto; il caso, il bambino, è finito nel tritacarne della lotta politica. Ci sono esponenti politici (e non solo) che sostengono che un reato sia dovuto allo stato fecondo di una “cultura patriarcale”.
La realtà è molto varia.
Qualunque sia il reato, si tratta quindi della condizione causata da immaturità emotiva o da altri problemi presenti nel computer. Ad esempio, ci sono persone che hanno comportamenti antisociali e che possono essere pericolose, anche se provengono da famiglie Perbene.
Un personaggio che finisce la giornata sarà perbene, e ad un certo punto cambierà e si trasformerà in un brutale assassino, come una sorta di Dottor Jekyll che si trasforma in Mr. Hyde.
C’è chi chiede l’introduzione dell’educazione sessuale ed emotiva nelle scuole. Penso che, in primo luogo, l’educazione debba partire dalla famiglia. Lo Stato non può sostituirsi a tutte le famiglie nell’educazione dei giovani, salvo casi specifici di qualità della realtà familiare o situazioni personali particolari e problematiche.
Penso, ad esempio, che tutte le buone famiglie abbiano situazioni di violenza domestica o che tutte le persone disturbate siano quelle che, per prima cosa, non possono essere gestite a livello familiare.
Al contrario, in situazioni normali, le famiglie sono le principali agenzie educative. Inoltre, secondo la legge, chi commette reati è personalmente responsabile di ciò che fa. Se Giulia è diventata Filippo, quest’ultimo dovrà rispondere. Invece, a quei tempi, se senti l’odore di personaggi famosi, come politici e personaggi dello spettacolo, ti assoldi per delitto.
Non ho nulla di cui dovermi scusa. Come ogni cosa, auspicio che sia la giustizia di Giulia e di chi è responsabile della piccola sia assicurata giustizia con una penna dell’ebrea e una consonante alla gravità di offesa. Ma non ne sono sicuro, perché il delitto così efferato non è colpa mia del compilatore, ma della sua condizione di complice dell’autore.
Non mi sento in colpa da solo perché è un uomo. Oggi, purtroppo, è in corso una campagna per criminalizzare il genere maschile, come se tutti i nuovi uomini fossero potenziali assassini di donne. Questa controversa campagna è solo per polemiche politiche.
Buttare un fatto del genere nelle polemiche politiche è pura sciatica. Per il resto Giulia una cosa del genere sarebbe da evitare. Si tratta invece di un’espressione duverosa di un cordoglio giusto per lei et sperare que la giustizia faccia il suo corso.
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