L’uomo d’affari russo Vladislav Kliusin è stato condannato giovedì a nove anni di carcere negli Stati Uniti per aver partecipato ad operazioni di insider trading che implicavano pirateria informatica, riferisce Reuters.
Kliusin, noto per i suoi legami con il Cremlino, possiede la società informatica M13 con sede a Mosca, che ha collaborato con il governo russo.
La sentenza è stata pronunciata dal giudice Patti Saris di Boston; la colpevolezza dell’imprenditore era stata accertata da una giuria già a febbraio.
Le prove contenute nel documento mostrano che tra il 2018 e il 2020, gli hacker russi hanno avuto accesso e scaricato rapporti sugli utili non ancora pubblici di centinaia di aziende, tra cui Tesla e Microsoft. Kliusin e altri hanno utilizzato queste informazioni per il commercio di azioni.
La portata delle operazioni illegali è stata stimata in 93 milioni di dollari. “Gli enormi profitti degli attuali imputati provengono dalle tasche di investitori di alto profilo”, ha detto il pubblico ministero Seth Kosto durante l’udienza, affermando che “questo è veramente dannoso per i mercati americani”.
L’accusa aveva chiesto una condanna a 14 anni di reclusione. Il giudice non è d’accordo, ma ritiene che sia necessaria una dura sentenza per i crimini internazionali che “hanno causato danni significativi ai mercati finanziari statunitensi”.
Kliusin, 42 anni, è uno dei russi più famosi detenuti negli Stati Uniti. Il suo dossier è stato aperto prima dell’invasione russa dell’Ucraina, e i suoi legami con il Cremlino preoccupano da tempo le autorità americane, nota la Reuters citata da Agerpres.
Alla domanda se il suo cliente sarebbe un buon candidato per uno scambio di prigionieri tra gli Stati Uniti e la Russia, l’avvocato di Kliusin ha detto alla stampa che ciò sarebbe possibile, ma non ha informazioni su possibili discussioni su questo argomento.
Editore: Liviu Cojan
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