Due residenti di Iasi hanno dovuto lasciare il lavoro per prendersi cura della madre, rimasta gravemente ferita in un incidente. Il sostegno fornito dallo Stato, attraverso il Fondo di assicurazione sanitaria alle persone allettate, è limitato nel tempo e in termini di servizi offerti. Il risarcimento economico ottenuto dai due residenti di Iasi in tribunale non risolve il problema di fondo.
L’incidente subito dal medico è avvenuto nell’agosto del 2021, quando la donna era in viaggio verso Gura Humorului con i fratelli, i figli e i nipoti, divisi in due auto. Un automobilista è arrivato dalla direzione opposta e si è schiantato contro l’auto guidata dal figlio della donna, DD. La donna, 69 anni, è rimasta gravemente ferita, riportando diverse fratture alle ossa del cranio. La sua fortuna è stata che sua figlia, AB, è un’infermiera ed è stata in grado di fornire il primo soccorso fino all’arrivo dei paramedici. Tuttavia, le ferite della donna la costrinsero a letto per quattro mesi.
Durante questo intervallo i due figli della donna si sono alternati per prendersi cura di lei, dovendo rinunciare al lavoro in Italia. Nel frattempo DD è tornato al lavoro, ma AB è rimasto con la madre, che necessitava ancora di cure costanti. Secondo la denuncia presentata in tribunale dai due bambini, la madre non può lavarsi, vestirsi e nemmeno cercare assistenza medica da sola, poiché non può andare in bagno o cucinare da sola. La donna ha momenti in cui non conosce nemmeno il suo nome. Quando è consapevole di sé, non riesce a superare il fatto di essere passata da una donna sempre al potere a una donna incapace di prendersi cura di se stessa. “Oltre alla vergogna di essere messa a letto dai propri figli, di non potersi nemmeno muovere, le viene imputato il fatto che sua figlia non riesce a vedere in pace la sua vita, dovendo sacrificare la sua vita personale e professionale, per prendersi cura di sua madre”, hanno osservato i giudici nella denuncia.