La scorsa settimana gli incendi hanno devastato la grande regione dell’Attica che circonda Atene, distruggendo case e costringendo residenti e turisti a cercare riparo, scrive Bloomberg.

Mentre il clima si riscalda, il caldo estremo e gli incendi stanno diventando più frequenti e distruggono vasti tratti di foreste di pini e ulivi che circondano la capitale. La rigenerazione naturale di queste aree è impossibile e, in assenza di determinate misure, inizierà il processo di desertificazione.

Il cambiamento climatico, innescato dalle emissioni di combustibili fossili, sta aumentando l’intensità e la durata delle ondate di caldo estivo nell’emisfero settentrionale, facendo temere che vaste aree del pianeta diventino presto inabitabili. Mentre l’espansione verso sud del Sahara è già considerata un disastro ecologico per paesi come il Sudan e il Ciad, il limite settentrionale del deserto ora minaccia l’Europa.

Grecia, Spagna, Portogallo, Italia sono tra i paesi più vulnerabili.

Ma neanche il nostro Paese e la Bulgaria sono al sicuro. La Romania e la Bulgaria sono vulnerabili alla desertificazione poiché le temperature aumentano e le precipitazioni diminuiscono, alimentando gli incendi boschivi. Questa tendenza dovrebbe continuare mentre le emissioni di gas serra continuano a riscaldare il pianeta.

Molte zone dell’Oltenia meridionale hanno già registrato segnali preoccupanti.

L’impatto è più estremo nel Mediterraneo, una regione già semi-arida che si sta riscaldando il 20% più velocemente della media globale, secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.

La Grecia è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, con una diminuzione delle precipitazioni in tutto il Paese e un aumento della salinità del suo suolo, fenomeno che accelera la desertificazione.