A due settimane dalle elezioni del Parlamento europeo, la stampa italiana e internazionale lancia l’allarme, mostrando che il modo in cui il presidente della Lega Nord, Matteo Salvini, fa politica lo avvicina all’ex leader fascista Benito Mussolini. Gli analisti ritengono che la riabilitazione dell’ex duca – a dispetto dei fatti storici – rappresenti un gioco politico particolarmente pericoloso.
Per decenni i politici italiani hanno evitato di rivolgersi al popolo dal balcone di Mussolini. L’ultima volta che il Duca parlò dal balcone del palazzo municipale di Forlì fu il 18 dicembre 1944. La città emiliano-romagnola dista solo 15 km. da Predappio, paese natale di Mussolini. Forlì divenne nota quando il Duce vi impiccò quattro partigiani che, il giorno prima, avevano ucciso combattenti fascisti. I lampioni che ricordano questi momenti drammatici esistono ancora oggi. Il palazzo situato in piazza Saffi è diventato il simbolo di un’epoca tragica. I principali politici italiani degli ultimi 75 anni non hanno voluto rimettere in discussione il passato ed hanno evitato di utilizzare il balcone del Duca per trasmettere messaggi politici attuali. Il ministro dell’Interno e vice primo ministro Matteo Salvini è riuscito a infrangere un altro tabù alla fine della settimana scorsa. Si è affacciato al balcone della triste memoria e ha proposto la castrazione di coloro che commettono crimini contro la libertà sessuale e ha avvertito che esiste il pericolo della creazione di un “califfato islamico” a Bruxelles. Allo stesso tempo Salvini ha insultato i suoi avversari politici, cosa che non è più una sorpresa. Il quotidiano italiano La Repubblica ha sottolineato che non conta solo il contenuto del discorso di Salvini, ma anche la sua forma. Il fatto che il Ministro dell’Interno appaia con la casacca preferita dai neonazisti durante le partite della sua squadra del cuore, il Milan, o che parli dal balcone utilizzato dal Duce sono atti che hanno valore simbolico. “Si tratta di un messaggio politico che deve essere preso sul serio prima che sia troppo tardi” – scrive la pubblicazione citata. Dopo la seconda guerra mondiale apparvero in Italia diversi partiti neofascisti. Ma ora la situazione è molto più precaria perché è Salvini a decidere la direzione politica del Paese, e attraverso le sue apparizioni radicali viene sempre più accettato, cosa che sarebbe stata impensabile qualche decennio fa. La prestigiosa pubblicazione Lo scrive la Nuova Zürcher Zeitung che esattamente 100 anni dopo la creazione del movimento fascista, l’immagine del “buon duca” è ormai stata costruita. In un’occasione Salvini elogiò Mussolini per aver introdotto il sistema di assistenza agli anziani. Il presidente della Lega Nord non si è preoccupato nemmeno del dato storico, cioè che il provvedimento non c’entra niente con il nome del Duca, una rete di aiuto agli anziani organizzata da volontari opera in Italia dal 1895. Mussolini ha fatto solo questo ufficiale del sistema. Il sistema pensionistico generale è stato introdotto in Italia solo nel 1969. Ma gli estremisti non sono gli unici a voler “ripulire” Mussolini. Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha dichiarato a marzo che, sebbene Silvio Berlusconi avesse preso le distanze dal fascismo, aveva affermato in un’intervista radiofonica che anche Mussolini, prima di allearsi con Hitler, aveva fatto cose buone per l’Italia. “Ha creato infrastrutture nel Paese. Ha costruito strade, ponti, palestre e ha prosciugato molte paludi. Se guardiamo i fatti, non possiamo dire che non abbia ottenuto nulla”, ha detto Silvio Silconi. Successivamente fu costretto a dare spiegazioni e affermò di aver lottato contro il fascismo per tutta la vita e che il fascismo era stato il periodo più buio della storia italiana. Lo storico Francesco Filippi, in un libro recentemente pubblicato dal titolo “Anche Mussolini fece cose buone”, elenca e analizza le leggende secondo le quali l’epoca del fascismo italiano non fu così drammatica. In Italia, ad esempio, si parla del fatto che ai tempi del Duca i treni viaggiavano in orario. In realtà è successo qualcos’altro. Dopo che Mussolini nel 1922 tentò senza successo di risolvere i problemi ferroviari, nel 1926 emanò un decreto che prevedeva sanzioni drastiche per coloro che diffondevano notizie denigranti la gloria della patria. In questa categoria di notizie dispregiative rientrano anche le critiche rivolte alle ferrovie italiane per i treni in ritardo. Questo decreto può anche spiegare il fatto che, secondo l’opinione di alcuni, la criminalità e la corruzione sarebbero state controllate, a differenza di oggi. Lo scrittore di fama mondiale Umberto Eco una volta disse che Mussolini non aveva filosofia, ma faceva affidamento esclusivamente sulla propaganda. Le notizie false – che ora rappresentano un problema statale – sono state poi diffuse proprio dallo Stato – scrive la NZZ.
Il fatto che Salvini, Berlusconi e il partito Fratelli d’Italia cerchino consapevolmente di approfittare di una certa nostalgia per l’era fascista e di manipolare l’opinione pubblica rappresenta un pericolo per la democrazia italiana – ritiene lo storico Filippi.
Székely Ervin, Rador
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