Quattro medici italiani sono stati assicurati alla giustizia, nel caso della donna rumena che ha partorito un bambino morto in casa, secondo La Gazzetta del Mezzogiorno. La tragedia è avvenuta nel 2017, quando la moglie di Nardò ha dovuto partorire da sola in casa, dopo che i medici le avevano assicurato che la gravidanza non era ancora a termine.
Dalla redazione dell’Osservatore del 18.02.2023, 15:27
La mattina del 13 febbraio 2017, intorno alle 4 del mattino, la donna rumena di 37 anni, residente a Nardò, ha partorito da sola, in casa, un bambino nato morto. Appena una settimana prima del parto, la donna si è sottoposta a tre controlli presso l’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, l’ultimo appena due giorni prima dell’inizio del travaglio.
A quel tempo, i medici le assicurarono che non avrebbe partorito tanto presto perché la gravidanza non era ancora a termine. Serenamente, torna a casa, mentre suo marito lascia la città per lavoro. Meno di 48 ore dopo l’ultima consultazione, è avvenuta la tragedia.
Le contrazioni sono iniziate durante la notte e la donna romena ha dovuto chiedere aiuto a una vicina di casa che ha chiamato il 118. Quando è arrivata l’équipe medica, la donna romena aveva partorito. Sfortunatamente, il bambino non è sopravvissuto.
Quattro medici assicurati alla giustizia
Quattro medici sono stati mandati in tribunale dopo che le indagini erano state completate. Saranno processati per omicidio colposo. Inizialmente sono stati indagati sette medici dell’ospedale di Galatina.
I genitori del bambino deceduto e il vicino che ha aiutato la madre sono stati ascoltati come testimoni. Al termine dell’udienza, un giudice del tribunale di Lecce ha disposto l’assoluzione di tre medici e il rinvio a giudizio di altri quattro. Saranno processati per omicidio colposo.
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