Tre operatori sanitari sono indagati per omicidio colposo dopo la morte del figlio di una coppia moldava proveniente dall’Italia durante un parto all’ospedale San Martino di Belluno, l’omonima provincia in Veneto.
LEGGE Quotidiano Corriere delle Alpitra gli indagati vi sono un medico e due ostetriche che facevano parte dell’équipe di ostetricia e ginecologia al momento del decesso.
Successivamente è stata disposta l’autopsia per accertare le cause del decesso e le eventuali responsabilità del personale medico, presente in sala parto e che ha supervisionato tutte le fasi dell’iter.
I genitori sono una coppia trentenne di nazionalità moldava, che risiede da tempo nel comune di Sedico, la stessa provincia di cui sopra.
Un anno e mezzo fa, hanno dato alla luce un maschio con taglio cesareo. Questa volta si aspettavano di diventare i genitori di una bambina.
La madre ha avuto una gravidanza non complicata e tutti i test diagnostici, compresa l’ultima ecografia, hanno mostrato un risultato incoraggiante: il feto era sano e attivo.
Secondo le prime notizie, anche la fase lavorativa di venerdì mattina è trascorsa senza complicazioni. Tuttavia, al momento del parto naturale, si è verificata un’emorragia che ha portato alla morte del bambino. I medici non sono riusciti a salvarlo e ora stanno cercando di capire il motivo.
A una settimana dalla tragedia, la madre è ancora ricoverata e il padre ha avuto problemi di salute nelle ore successive al lutto.
I due si sono rivolti all’avvocato Anna Casciarri, che ha sporto denuncia in Procura, chiedendo chiarimenti sull’accaduto e risposte alla domanda sul perché si sia scelto il parto naturale, poco dopo il cesareo.
L’avvocato dice che la decisione sulla nascita naturale potrebbe essere il problema, ma ammette che dovrà essere determinata da un tribunale con l’aiuto di medici esperti.
Gli specialisti sottolineano che un utero che ha avuto un taglio cesareo ha una cicatrice, che potrebbe ridurre l’elasticità rispetto al tessuto uterino sano, aumentando il rischio di rottura durante le contrazioni del travaglio.
La Procura della Repubblica di Belluno ha subito aperto le indagini e delegato la polizia giudiziaria ad ottenere la cartella clinica della donna.
Al momento sono tre le persone indagate, ma il numero potrebbe aumentare o diminuire a seconda degli esiti dei primi accertamenti e di quelli attesi nelle prossime ore.
Un’autopsia, prevista per l’inizio della prossima settimana, determinerà la causa principale della morte del bambino e se il personale medico ha adempiuto alle proprie responsabilità durante il travaglio e il parto.
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