Rareş Constantinescu ha 30 anni ed è nato a Caracal, nella contea di Olt. Dopo aver trascorso otto anni in Italia dove ha lavorato nella pubblicità, ha deciso di tornare nel Paese con la moglie. Comprò 200 pecore e costruì un ovile a Valea Doftanei, nel dipartimento di Prahova, dove il suocero di Rareș possedeva già un allevamento di 100 pecore, passando così dal settore pubblicitario italiano a quello di pastore nel suo paese!
Rareş racconta che dopo aver terminato la scuola secondaria, poi la scuola per tecnici forestali, è partito per l’Italia dove ha lavorato per otto anni in un’azienda di marketing e pubblicità. In Italia ha incontrato una giovane donna rumena alla quale ha chiesto di diventare sua moglie, e subito dopo hanno deciso di tornare nel paese per avviare un’attività basata su qualcosa di tradizionale e autenticamente rumeno. Così, grazie alla pubblicità, Rareş è diventato un pastore del gregge.
“Volevamo fare qualcosa per conto nostro, siamo tornati dall’Italia e abbiamo iniziato ad allevare pecore e mucche. Avevo 200 pecore, ma ne ho vendute di più. Ora abbiamo 120 pecore e 14 mucche. Spero che il mondo si renda conto che pecore e bovini hanno carne molto sana, molto meglio della carne di maiale. Abbiamo iniziato l’attività da zero perché non sapevamo nulla di questo settore, ma ora possiamo dire che lo conosciamo. Vengo da Olt, ma sono arrivato a Valea Doftanei perché è così da dove viene mia moglie”, ha detto Rareş Constantinescu, citato da. verità.
Rareș Constantinescu, il pastore di Valea Doftanei, è stato uno dei partecipanti alla carovana “Scegli la pecora!”, evento ideato dal ministro dell’Agricoltura Petre Daea, arrivato a Ploiesti sabato 11 novembre. Il ministro era curioso di sentire la storia del giovane Rareş, un personaggio che si distingueva dalla massa degli allevatori per il suo outfit anticonformista ed estraneo alla sua nuova professione. Quando ha scoperto perché il giovane di Olt aveva deciso di tornare in Romania, Daea si è congratulata con lui: “Bravo, sei un esempio! Così dovrebbe essere!”, ha detto al giovane il ministro dell’Agricoltura.
La burocrazia rumena, più faticosa del lavoro fisico
Lo sforzo fisico è più facile da sopportare della burocrazia, ha lamentato Rareș Constantinescu. Il giovane agricoltore racconta che “a partire dai pascoli, dalle pratiche APIA, dai sussidi che non arrivano in tempo, tutto questo comporta tanta spesa e mucchi di carte inutili. Per un piccolo agricoltore o per quello che rappresenta in Romania, dico che è soffocante”.
Tutto ha il suo compenso, però la vita in montagna ha i suoi aspetti unici e belli. “Quando vado in stalla mi dimentico della burocrazia, dei ritardi nei pagamenti e di tutto il resto!”
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