I medici italiani hanno realizzato il primo impianto di retina artificiale che restituisce la vista ai non vedenti

I medici italiani hanno realizzato il primo impianto di retina artificiale. Il paziente ha 91 anni, è di Roma, ed era affetto da maculopatia atrofica, una malattia che colpisce principalmente le persone di età superiore ai 65 anni e provoca la completa perdita della vista.


L’operazione è stata eseguita nell’ambito di uno studio clinico per valutare la sicurezza e l’efficacia di tale impianto. “Ci aspettiamo che il paziente riacquisti la capacità di leggere lettere, numeri, parole e anche frasi brevi”, ha detto all’ANSA Andrea Cusumano, direttore scientifico del progetto per l’Italia. A breve sono previsti altri due interventi simili, scrive Mediafax.

La sperimentazione clinica recluterà almeno 5 pazienti in Italia, informa Cusumano, “mentre un totale di 38 pazienti riceveranno inizialmente l’impianto in vari paesi europei”. Ma i numeri stanno per aumentare. “I risultati preliminari dello studio sono attesi entro la fine dell’anno”, precisa Cusumano, “mentre la valutazione complessiva dello studio durerà tre anni. Prevediamo che i prossimi due pazienti saranno operati qui 10 giorni e che il l’intervento durerà anche meno di due ore, poi tra qualche settimana inizierà la riabilitazione dei pazienti Il microchip è minuscolo – meno di un terzo di un capello umano – e viene impiantato con un intervento chirurgico mininvasivo in anestesia locale.

La degenerazione maculare legata all’età è una delle malattie oculari più gravi e colpisce un numero crescente di anziani. In questa malattia viene progressivamente colpita l’area centrale della retina (“macula”), essenziale per vedere i dettagli, riconoscere volti, colori, leggere e guidare. La malattia è la principale causa di cecità e colpisce principalmente le persone di età superiore ai 65 anni.

Ufficialmente, in Italia sono circa un milione i pazienti affetti da degenerazione maculare senile. Tra questi ci sono circa 850.000 persone con la forma atrofica (secca) incurabile e circa 150.000 con la forma essudativa (umida), la cui progressione può essere ridotta mediante iniezioni. “In realtà”, sottolinea Cusumano, “i numeri della maculopatia sono grossolanamente sottovalutati di almeno il 25-30%. Questo perché molti pazienti ancora non sanno di averla”. Ci sono anche tra 200.000 e 300.000 pazienti con malattia avanzata.

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Tarso Mannarino

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