I giornalisti del canale pubblico italiano RAI hanno iniziato lunedì uno sciopero di 24 ore per difendere la loro “libertà” di fronte ai “tentativi” volti a trasformare il canale in “un portavoce del governo” da parte della leader ultraconservatrice Giorgia Meloni, riferisce l’AFP.
Il sindacato Usigrai, maggioritario tra i circa 2mila giornalisti del gruppo, è entrato in sciopero dopo aver accusato la direzione Rai di aver censurato un discorso di un noto scrittore che criticava Giorgia Meloni in occasione della Liberazione, il 25 aprile.
“Stiamo scioperando per difendere l’autonomia e l’indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo di fronte al costante controllo politico sullo spazio dell’informazione”, ha affermato il sindacato in una nota.
“Preferiamo perdere uno o più giorni di stipendio piuttosto che perdere la libertà”, ha aggiunto il sindacato, criticando “i tentativi di ridurre la Rai a un megafono del governo”.
Lunedì il canale d’informazione Rai News 24 ha trasmesso solo programmi registrati.
Finanziata in parte dal canone e con amministratori di lunga data nominati dai politici, l’indipendenza della Rai è sempre stata oggetto di dibattito. Ma con l’arrivo al potere di Giorgia Meloni le preoccupazioni si sono intensificate.
Lo sciopero è stato sostenuto anche da altri sindacati della stampa. Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione nazionale stampa italiana (FNSI), che li riunisce, ha denunciato “il rischio (…) di slittamenti stile ungherese che ridurrebbero la libertà di stampa e la libertà di espressione”.
Anche la redazione del quotidiano di centrosinistra La Repubblica ha espresso “solidarietà” a “Usigrai e ai colleghi della Rai che sono in sciopero per rivendicare i loro diritti”.
In risposta, la direzione della Rai ha dichiarato che “non è stata istituita alcuna censura o divieto di informazione”, accusando il sindacato di “promuovere notizie false”.
“Lo sciopero del sindacato Usigrai, ad un mese dalle elezioni europee, non solo impoverisce l’offerta di informazione, ma espone il servizio pubblico a manipolazioni politiche, privando i cittadini del diritto fondamentale all’informazione, pietra angolare della democrazia”, ha aggiunto. in una dichiarazione video.
Un altro sindacato dei giornalisti RAI creato di recente, l’Unirai, ha dichiarato il 25 aprile che non avrebbe aderito a quello che definisce uno sciopero “politico”, ma ha chiesto un ritorno al “pluralismo” all’interno dell’emittente.
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