Spesso le prove più difficili della vita possono portare le gioie più grandi. Lo stesso vale per Andra, che ha raccontato l’intensa lotta contro le proprie paure nel tentativo di mettere al mondo un bambino e le difficoltà che ha dovuto affrontare in seguito.
La sua toccante storia è avvenuta nella città di Perugia, in Umbria ed è raccontata dalla pubblicazione Tutto per le mamme:
Dopo diverse gravidanze perse, Andra ricorse all’inseminazione artificiale. Anche se la procedura ha avuto successo, la paura e l’incertezza erano presenti in ogni momento della gravidanza.
“A 27 anni ho deciso di avere un figlio a tutti i costi. Purtroppo ho avuto qualche aborto spontaneo e questa volta ho scelto di fare l’inseminazione artificiale. Ho fatto una serie di test e controlli, e poi è arrivato il giorno in cui ho inseminato con successo. non ho potuto godermi la gravidanza perché ero costantemente molto stressata (“perché mi fa male lo stomaco”, “perché non si muove”, “perché si muove così spesso”, ecc.), ammette.
Tutto si complica a 37 settimane, quando, una mattina, Andra si accorge che il piccolo che porta nel grembo di sua madre non si muove più.
Giunta all’Ospedale Silvestrini di Perugia, è stata subito portata in sala parto.
“Quando sono arrivato mi aspettava tutto il personale medico (il neonatologo, il medico che mi ha visitato, il medico che mi ha operato, l’anestesista). Ho chiesto alla dottoressa se il bambino stava bene, lei mi ha risposto sì, ma che “c’era ancora qualcosa che non andava. Tutti mi correvano intorno. Alle 9:32 è nato il mio bambino, un nano di 2.400 kg e 53 cm, che è stato subito preso in cura dal reparto di terapia intensiva neonatale ed è fuggito con lui”, ha detto la giovane madre.
Il medico in seguito le spiegò che aveva avuto un distacco di placenta e che, sebbene suo figlio fosse in terapia intensiva, le sue condizioni erano stabili.
Ma la realtà che ha visto quando è andata a trovare suo figlio è stata inquietante: un bambino ricoperto di tubi e fili che aveva sofferto di ischemia cerebrale, una grave malattia in cui il cervello non riceve abbastanza ossigeno. Oltre a questa diagnosi, il ragazzino aveva altri problemi di salute.
Eppure, dopo tre settimane di ricovero, la piccola è stata dimessa:
“Oltre all’ischemia, soffriva di problemi di coagulazione del sangue, di un piccolo foro al cuore, di insufficienza renale e di problemi respiratori. Gli è stato assegnato un grado 1 alla nascita e ha dovuto essere ricoverato in ospedale per tre settimane.
Oggi, dopo quasi due anni, è lui il bambino più dispettoso. Non ci sono stati postumi, facciamo i controlli ogni sei mesi, ma per il momento va tutto bene e spero che continui così. Un grande ringraziamento ai medici che si sono presi cura di lui!” ha detto Andra.
La storia di Andrei è fatta di lotta, coraggio, speranza e, soprattutto, dell’amore sconfinato di una madre. Questa è la testimonianza del fatto che a volte, anche nei momenti più difficili, la vita può riservare meravigliose sorprese.
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