Giorgia Meloni diventa una delle figure politiche più potenti dell’UE dopo la vittoria al Parlamento europeo in Italia

Il partito post-fascista del primo ministro Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia (Fdi), ha ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni del Parlamento europeo nel fine settimana, una vittoria che ha rafforzato la sua posizione sia in patria che all’estero in Europa, dove ha potuto diventare una delle figure politiche più influenti.

Con quasi tutte le schede scrutinate, Fratelli d’Italia ha ottenuto nella Penisola il 28,8% dei voti, più di quattro volte quello ottenuto alle ultime elezioni al Parlamento europeo del 2019 e più del 26% ottenuto alle elezioni nazionali da allora. 2022. quando il partito salì al potere.

Non sorprende che Giorgia Meloni, una delle rare figure politiche al potere ad aver vinto queste elezioni europee, fosse esultante.

“Sono orgoglioso che l’Italia si presenti al G7, in Europa, con il governo più forte di tutti. Questa è una cosa che non accadeva in passato, ma accade oggi, è una soddisfazione e anche una grande responsabilità” Lo ha detto lunedì mattina la Meloni dalla sede del partito.

La Meloni era già sulla cresta dell’onda in Europa, costantemente corteggiata dal capo della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. In un’analisi prima delle elezioni, The Economist ha elencato il primo ministro italiano, insieme a von der Leyen e Marine Le Pen, tra le donne che rimodelleranno l’Europa.

Più forte nella coalizione che guida

I risultati ufficiali mostrano anche che il Partito Democratico, all’opposizione di centrosinistra, è arrivato secondo con il 24% dei voti, un punteggio niente male che ha contribuito a salvare la posizione dei socialdemocratici nell’UE.

Al terzo posto c’è un altro gruppo di opposizione, il Movimento 5 Stelle, con il 9,9%, il peggior risultato nazionale dalla sua creazione nel 2009.

Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, è arrivata quarta con il 9,7% dei voti, davanti alla Lega anti-immigrazione con il 9,1%, una delusione per il leader Matteo Salvini, che ha spinto il suo partito molto a destra, sconvolgendo la sua vecchia guardia.

Sottolineando le tensioni all’interno della Lega, il fondatore del partito, Umberto Bossi, questa volta ha votato per Forza Italia, hanno detto i suoi alleati ai media italiani questo fine settimana, provocando shock all’interno del gruppo.

Il sondaggio europeo ha mostrato che insieme, la coalizione di governo della Meloni ha raccolto più del 47%, rispetto a poco meno del 43% nel sondaggio nazionale del 2022 – ma questo è solo grazie alla FdI, che rafforza la mano della Meloni al governo.

“I risultati non sono affatto scontati, è un successo clamoroso e dimostra che tutti i partiti della maggioranza sono riusciti a crescere insieme”, ha detto in mattinata la Meloni a RTL 102.5.

“È uno stimolo per (il governo) ad andare avanti. Gli italiani ci stanno inviando un messaggio chiaro e inequivocabile per continuare il nostro lavoro… e se possibile con più determinazione”, ha affermato.

Un partito neofascista sempre più accettato nell’Ue

Il partito di Meloni affonda le sue radici in un gruppo neofascista e la sua vittoria nel 2022 è stato uno dei segnali attesi di un’avanzata dell’estrema destra in tutta Europa, concretizzatasi in queste elezioni europee.

Nel corso del tempo, la Meloni è diventata più accettata nell’UE, nonostante le critiche della sinistra, che avvertiva che poco era cambiato.

Il successo di FdI è stato assicurato, tra l’altro, dalla strategia della Meloni volta a moderarne l’immagine sulla scena internazionale. Il primo ministro si è distinto come sostenitore dell’Ucraina, sorprendendo alcuni alleati.

Si è rivelata importante anche quando ha convinto Viktor Orban ad abbandonare il blocco delle decisioni dell’UE riguardo all’Ucraina.

E in generale ha abbandonato la sua precedente retorica antieuropea, presentandosi come un ponte tra il mainstream del centrodestra e il suo campo nazionalista conservatore, precedentemente evitato.

Il suo buon risultato di domenica contrasta nettamente con le sconfitte subite dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, i cui partiti sono stati sconfitti alle elezioni.

Roma avrà influenza sulla Commissione Europea

Durante la campagna elettorale che ha preceduto le elezioni europee, von der Leyen si è detta almeno due volte che sarebbe stata disposta a collaborare con la Meloni, ritenendo accettabili i valori da lei difesi.

Inoltre, il presidente della Commissione si era già allineato alla posizione della Meloni sulla questione degli accordi anti-immigrazione conclusi con le autocrazie extra-Ue, accordi che sono stati ampiamente criticati.

Tuttavia, parlando alla radio lunedì, Meloni ha affermato che è ancora troppo presto per dire se sosterrà un secondo mandato per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Il suo gruppo di eurodeputati potrebbe rivelarsi decisivo per von der Leyen, il che potrebbe dare a Roma influenza sul nuovo esecutivo dell’UE.

E la Meloni si è affrettata a chiedere qualcosa in cambio.

“Abbiamo bisogno di un’Europa che ascolti i cittadini, che sia più orientata al centrodestra e che abbia politiche più pragmatiche e meno ideologiche”, ha detto Meloni, aggiungendo che visti i risultati, l’Italia avrà necessariamente un ruolo fondamentale.

L’Italia avrà probabilmente anche un portafoglio importante nella nuova Commissione Europea.

Buone notizie anche per l’opposizione di sinistra

Domenica è stato un grande successo anche per la principale avversaria della Meloni, Elly Schlein, che ha assunto la guida del partito di centrosinistra PD nel 2023 e ha lottato per imporre la sua volontà alla vecchia guardia.

Il PD ha ricevuto il 19% dei voti nel 2022 e Schlein era ansiosa di migliorare quella percentuale, cosa che ha fatto.

Anche il partito di estrema sinistra Alleanza dei Verdi e della Sinistra ha ottenuto circa il 6,7%, il che significa che la sua candidata Ilaria Salis, un’attivista italiana detenuta in Ungheria per più di un anno con l’accusa di aver attaccato attivisti di estrema destra, è ora membro del Parlamento europeo.

L’unica delusione per tutti i partiti è stata l’affluenza alle urne, che secondo i primi dati è stata inferiore al 50%, un livello record in un paese che storicamente ha visto un’affluenza alle urne elevata.

Attilio Trevisan

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