Il 5 dicembre entrerà in vigore un embargo europeo sulle importazioni di petrolio russo via mare e il governo di Roma si sta affrettando a mantenere in funzione la raffineria ISAB in Sicilia per evitare di perdere posti di lavoro e capacità di raffinazione. .
La raffineria ISAB di Lukoil, nei pressi di Siracusa, è una delle più grandi raffinerie d’Europa. Il governo italiano sta seguendo da vicino questo caso, dato che la raffineria ISAB fornisce quasi il 20% dell’approvvigionamento di carburante in Italia e fornisce più di 1.000 posti di lavoro nel sud della Sicilia.
Il problema è che la raffineria ISAB è arrivata a una situazione in cui dipende esclusivamente dal greggio russo, dopo che le banche finanziatrici hanno smesso di finanziarsi e hanno smesso di offrire le garanzie di cui la raffineria ha bisogno per acquistare greggio da altri Paesi, altri fornitori.
Adolfo Urso ha detto venerdì che l’Italia potrebbe chiedere all’Unione Europea “una deroga, anche temporanea, all’embargo”, che farebbe guadagnare tempo al governo italiano e manterrebbe a galla la raffineria.
Urso ha però chiarito che la prima opzione per le autorità romane sarebbe quella di trovare un accordo con le banche per finanziare la raffineria ISAB.
“Parleremo con le banche per vedere se sono disposte a finanziare la raffineria Isab, se l’agenzia di stato SACE offre garanzie”, ha detto ai giornalisti Adolfo Urso dopo un incontro con rappresentanti della raffineria e sindacati.
Le banche sono riluttanti a fare affari con un’entità russa, anche se né Lukoil né la sua controllata svizzera Litasco, che controlla la raffineria ISAB, sono soggette a sanzioni europee.
Una fonte a conoscenza della vicenda ha affermato che in base alle attuali regole dell’UE, l’Agenzia italiana per il credito all’esportazione (SACE) sarebbe pronta a garantire fino al 90% dei finanziamenti offerti dalle banche.
Un’altra opzione è l’intervento diretto del governo di Roma nella raffineria Isab, ha detto Adolfo Urso riferendosi alla situazione in Germania, dove a settembre il governo di Berlino ha preso il controllo di una raffineria del gruppo petrolifero russo Rosneft.
Nel frattempo, si trascinano le discussioni sulla vendita della raffineria a un acquirente non russo. Il mese scorso, Litasco ha respinto un’offerta preliminare per la raffineria ISAB del fondo statunitense Crossbridge.
Urso ha affermato che qualsiasi potenziale acquirente dovrà rispettare le condizioni imposte per proteggere gli interessi nazionali dell’Italia. Tali condizioni verrebbero introdotte attraverso un apposito meccanismo che il governo italiano può utilizzare per bloccare l’acquisizione da parte di una società estera di asset che lo stato ritiene di interesse strategico.
Fonti citate da Reuters hanno rivelato giovedì che le autorità di Roma hanno chiesto al proprietario della raffineria ISAB, il trader svizzero Litasco, a sua volta controllato dal gruppo Lukoil, di continuare a fornire petrolio e finanziamenti a ISAB oltre la scadenza del 5 dicembre.
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