Una giovane donna rumena è stata trafficata per 12 anni in Italia e in Svizzera da due mariti, l’uomo è stato colui che nel 2010 ha “sedotto” la ragazza con il metodo “loverboy”. Nel frattempo, l’uomo è morto e la donna era sua moglie che ha sfruttato la giovane donna.
Gli agenti di polizia della Direzione per la lotta alla criminalità organizzata – Servizio per la lotta alla criminalità organizzata, nonché i pubblici ministeri della Direzione per le indagini sulla criminalità organizzata e il terrorismo – Struttura centrale, hanno eseguito due mandati di perquisizione domiciliare , nella contea di Dolj, in un procedimento riguardante la commissione del reato di tratta di esseri umani.
“Nella causa si è rilevato che, nel periodo dal 2010 al 2022, l’indagata, unitamente al marito (deceduto nel 2022), avrebbe sfruttato costringendolo all’esercizio della prostituzione, nel territorio italiano e dalla Svizzera, un danneggiato persona, ottenendo così un reddito superiore a 100.000 euro.La persona offesa sarebbe stata trasportata in Italia e sistemata in vari luoghi, inducendo l’idea che l’esercizio della prostituzione sia un’attività lucrativa come un’altra, nel senso che è stata agevolata accesso alle discoteche di Roma e della Sardegna.
Inoltre, la persona lesa avrebbe avuto account creati su siti di profilazione in Italia, sarebbe stata trasportata presso clienti o sarebbe stata costretta a prostituirsi in locali affittati a tale scopo”, ha affermato la polizia rumena.
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Le somme così ottenute sarebbero state interamente stanziate dalla donna che ha trafficato la giovane e suo marito, scrive Mediafax.
“Il ferito, reclutato nel 2010, con il metodo del loverboy, avrebbe avuto la falsa impressione di voler mettere su famiglia con il marito dell’indagato. Inoltre, al fine di determinare la prosecuzione della pratica della prostituzione da parte del ferito, chiunque reclutata avrebbe utilizzato vari metodi di inganno, ricatto o coercizione psicologica, consistenti nella minaccia di morte, in caso di rifiuto a proseguire la prostituzione”, precisa anche la Questura.
A seguito delle perquisizioni sono stati rinvenuti e sequestrati diversi telefoni cellulari, dispositivi di archiviazione dati, ricevute comprovanti bonifici bancari e altri documenti giustificativi. Il sequestro assicurativo è stato eseguito sui due fabbricati, che si ritiene siano stati acquistati con i proventi del reato di tratta di esseri umani.
I pm della Direzione Investigativa Criminalità Organizzata e Terrorismo – Struttura Centrale hanno disposto nei confronti dell’indagato la misura del controllo giudiziale, per 60 giorni.
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