Detenuti nel penitenziario di Taraclia, condannati a 10 e 8 anni di carcere, dopo aver lasciato una donna moldava che lavorava in Israele senza 400.000 lei

La Procura della Repubblica per il contrasto alla criminalità organizzata e casi speciali (PCCOCS) comunica, lunedì 14 novembre, di aver ottenuto in giudizio la condanna di due detenuti rispettivamente a 10 e 8 anni di reclusione e il recupero di il danno di oltre 400.000 lei subito da una donna, uno dei cui detenuti ha ricevuto il denaro sotto forma di presunto prestito.

Secondo l’atto di accusa dell’accusatore del PCCOCS, formulato sulla base delle prove raccolte congiuntamente con gli agenti dell’Ispettorato Nazionale delle Investigazioni (INI), i fatti indagati costituiscono una frode.

“Il fatto è stato commesso per abuso di fiducia e con l’inganno della donna che ha rapito e denunciato, al suo ritorno nella Repubblica di Moldavia, dal suo luogo di lavoro in Israele. di un social network nel penitenziario, dove il primo dei due imputati ha incontrato la donna che in quel momento si trovava all’estero, nel profilo ha indicato un nome falso oltre che «un’immagine falsa, in cui era raffigurato come un sportivo e uomo corpulento, domiciliato in Italia.Una volta proseguite le discussioni, gli ha comunicato di essere cresciuto senza genitori e che i dati indicati nel profilo sarebbero stati del periodo in cui ha creato il suo account in questo social network, quando era in questo stato; in seguito sarebbe diventato un uomo d’affari nella Repubblica di Moldavia.

La loro relazione virtuale è durata circa un anno. Dopo la prima settimana di comunicazione, ha insistito sulla comunicazione telefonica, ma anche su altre piattaforme connesse a Internet, ma senza ricorrere alle videochiamate. L’obiettivo perseguito evitando le videochiamate era legato alla riuscita attuazione del suo piano di inganno: nascondere la vera identità del condannato. La donna è stata successivamente contattata dal secondo condannato, che ha affermato di essere amico del suo ‘fidanzato’, che sarebbe stato ricoverato in seguito a un incidente e avrebbe avuto bisogno di un prestito per un intervento chirurgico. La vittima ha quindi inizialmente trasferito 4.000 dollari in due rate, poi sono seguite altre somme richieste, per un totale di 12 bonifici, nell’arco di un anno. Il denaro è stato trasferito ad un’altra persona, latitante, in quanto il complice avrebbe ritenuto di aver smarrito i documenti di identità e di non poter ricevere direttamente il bonifico. Alla fine, il denaro è stato stanziato da entrambi. E alle persone che inizialmente hanno ricevuto i trasferimenti di denaro richiesti dalla vittima, l’imputato principale ha comunicato loro che le somme di denaro provenivano da suoi parenti all’estero”, mostra una dichiarazione dell’ufficio del pubblico ministero.

Lo stesso imputato che in precedenza aveva affermato falsamente di essere stato ricoverato sosteneva di aver bisogno anche di altri prestiti per il suo avvocato, oltre che per i danni che avrebbe dovuto pagare alle vittime dell'”incidente”.

“Ha motivato la necessità di trasferimenti ad altre persone con il fatto di dover lasciare in pegno il proprio documento di identità, a seguito di questo presunto incidente e l’obbligo di coprire economicamente i danni causati alle persone danneggiate Infine, gli ultimi versamenti di denaro, ancora, l'”amica” dell’imputato principale avrebbe rivendicato alla donna dopo che quest’ultima era stata “arrestata” all’aeroporto di Chisinau, al suo ritorno da ulteriori cure mediche, a Podolsc, in Russia.Dopo circa un anno, la donna era tornata da Israele a Repubblica di Moldavia, ma il “fidanzato” ha ripetutamente rinviato il giorno dell’incontro.In seguito, la vittima si è accorta dell’aspetto criminoso della relazione e lo ha denunciato alla polizia, che ha aperto le indagini, sotto la direzione del procuratore del PCCOCS.Ora, oltre all’obbligo di restituzione alla vittima degli oltre 400.000 lei, il giudice ha parzialmente soddisfatto la richiesta del pubblico ministero, che ha chiesto anche la riscossione di 100.000 lei da entrambi come danni morali causati alla donna. Nel frattempo, la decisione del tribunale ha un diritto di appello, durante il quale entrambi invocano la presunzione di innocenza in questo caso, a norma di legge”, si legge anche nel comunicato stampa.

Secondo il PCCOCS, il programma è stato attuato da due compagni di cella del penitenziario n. 1 – Taraclia, di Ștefan-Vodă e Cantemir, 30 e 32 anni. Lì, il primo imputato sta scontando una pena su richiesta della Procura del PCCOCS per altra truffa analoga, oltre che per omicidio colposo e rapina; e il secondo stava scontando una pena per aver causato gravi lesioni a una persona, che ha provocato la sua morte. Ora, secondo la procura, a seguito della condanna del tribunale distrettuale di Chisinau, sede del centro, il secondo imputato deve essere arrestato e posto in custodia cautelare per scontare la pena.

I pubblici ministeri invitano i cittadini a prestare maggiore attenzione ai rapporti con persone sconosciute o inaffidabili, che fanno appello a emozioni, situazioni di vita presumibilmente gravi e richiedono denaro o altri beni, in varie forme, in particolare promettendo di restituirli.

Tarso Mannarino

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