Crisi ostetricia in Italia: nuove regole sull’allattamento dei neonati in ospedale dopo la morte per asfissia neonatale

Nuove regole sull’allattamento al seno dei neonati in ospedale dopo la morte di un neonato per soffocamento. Non ci sono abbastanza ostetriche / Foto: Unsplash

Saranno introdotte nuove regole per l’allattamento in ospedale, consentendo alle neomamme di tenere i neonati nella propria stanza. Il Ministero della Salute è al lavoro per rafforzare le procedure di sicurezza legate al parto, garantendo maggiore assistenza.

Tutto è iniziato con il drammatico caso dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma, dove nella notte tra il 7 e l’8 gennaio, nel reparto di ginecologia, un neonato è morto per asfissia, dopo che la madre, che lo allattava, si era addormentata sopraffatta dalla stanchezza . .

Diverse donne hanno riferito delle difficoltà che incontrano dopo il parto

La Procura di Roma ha ora aperto un fascicolo, mentre il ministro della Salute Orazio Schillaci ha chiesto una relazione alla Regione Lazio. La 30enne si è spiegata nelle interviste.

“Per due notti, quella dopo il parto e la successiva, sono riuscita, con fatica, a tenere il bambino vicino a me. Ero molto stanca, ho chiesto aiuto alle infermiere, loro hanno chiesto se potevano prenderlo per un po’ , mi è sempre stato detto che non era possibile.”, spiegò la donna.

Sui social molte mamme, anche di altre regioni, hanno denunciato le difficoltà che incontrano dopo il parto, “le neomamme non devono essere lasciate sole”. Le ostetriche hanno ricordato che c’è carenza di personale, mentre l’Asl Roma 2 ha indicato che in ginecologia, al Pertini, il personale è sufficiente e le gestanti sono informate “sui rischi connessi alla cura del bambino”. E viene firmato un modulo, relativo anche alla pratica della convivenza.

Ministro della Salute: “Quello che è successo ha portato alla luce questioni che riguardano molte altre donne”

Questo è lo scenario generale. Ieri è intervenuto direttamente il ministro della Salute Orazio Schillaci che ha detto: “Sto seguendo con la massima attenzione il caso del neonato deceduto all’Ospedale Pertini e della mamma, alla quale esprimo tutta la mia vicinanza in un momento così difficile e doloroso. Ho subito chiesto alla Regione Lazio una dettagliata relazione di chiarire la dinamica della triste vicenda e di verificare il rispetto dei protocolli e delle procedure previste”.

Ricevuta la relazione, il Ministro valuterà se inviare gli ispettori. Il Ministro Schillaci ha aggiunto: “Quello che è successo all’Ospedale Pertini di Roma ha portato alla luce problematiche che hanno colpito e possono colpire molte altre donne e intendo rispondere ad esse mettendo in atto tutte le misure necessarie per garantire la piena sicurezza delle gestanti e dei bambini. mi impegno a promuovere ogni intervento utile ad assicurare adeguate condizioni di lavoro alle ostetriche e al personale sanitario operante nei reparti di ostetricia e ginecologia.” .

Ministro della Famiglia: “Faremo il possibile per costruire una rete di sostegno alle gestanti e ai bambini”

E il ministro della Famiglia Eugenia Roccella ha promesso il suo sostegno a Schillaci: “Aiutare al parto significa anche non lasciare sole le donne. Per il governo questa è una priorità, faremo di tutto per costruire una rete di sostegno alle gestanti e ai bambini”.

Insomma: l’intervento di Schillaci, per rivedere le regole e garantire maggiore sicurezza alle gestanti e ai neonati, non sarà immediato, non è previsto nei prossimi giorni, non c’è un piano già scritto. Prima è necessario uno studio approfondito, e le nuove regole dovrebbero quindi arrivare nelle settimane o addirittura nei mesi a venire.

Non verrà eliminato il modello del “rooming in”, promosso tra gli altri dall’Organizzazione mondiale della sanità, per garantire il contatto tra madre e neonato fin dalle prime ore. Tuttavia, dovrà essere regolamentato, rafforzando la vigilanza e l’assistenza.

C’è un problema di risorse umane, di personale, che riguarda tutto il sistema sanitario, ma che incide fortemente sui servizi ginecologici.

La mancanza di ostetriche, il problema più grande del momento

Silvia Vaccari, presidente della Fnopo, la federazione nazionale degli ordini professionali delle ostetriche, ha spiegato l’altro giorno: “In Italia le ostetriche iscritte sono 20.885, molte delle quali non esercitano la professione, altre sono inattive, in pensione o hanno un lavoro all’estero. Nei servizi non arriviamo a queste cifre, per questo abbiamo chiesto più ostetriche per un mentre, almeno 20.000 unità in più su tutto il territorio, siamo poche, insufficienti per garantire un’assistenza di qualità alle donne.

Si parla molto di Pnrr, ma in alcune zone d’Italia non ci sono le ostetriche, per certe scelte politiche strategiche, quindi vengono sostituite da infermiere o assistenti mediche, anche se questo non avviene mai all’interno della sala parto”.

C’è un altro nodo che Schillaci dovrà sciogliere: l’uso della stanza, ma anche l’organizzazione dell’assistenza a mamme e neonati, differisce non solo da una regione all’altra, ma spesso da un ospedale all’altro. Ci chiederemo se non sia necessario uniformare le regole. Il caso Pertini ha avuto un epilogo drammatico e doloroso, ma le testimonianze sui social hanno convinto il ministro che non si trattava di un caso isolato.

“Poteva succedere anche a me, sono stato solo fortunato”, hanno scritto molte mamme in questi giorni. Una donna su Twitter: “È successo anche a me e nonostante fossi in una valle di lacrime di stanchezza non mi hanno aiutato, ho messo il bambino in mezzo al letto e con un cesareo fresco mi sono rannicchiata senza chiudere occhio”, conforme Il Messaggero.

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Selene Blasi

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