Il Primo Ministro Giorgia Meloni è un punto di svolta
Prima di diventare Primo Ministro, Giorgia Meloni era una delle voci più dure nell’Unione Europea sull’immigrazione.
Arrivando in un momento in cui la destra e l’estrema destra sono in ascesa in vista delle elezioni europee della prossima primavera, la politica di Meloni rappresenta un cambiamento significativo di rotta per il blocco conservatore del continente, mentre la retorica accesa cede il posto alle realtà economiche.
“Una volta al governo, bisogna trovare soluzioni, non capri espiatori”, ha detto Claudio Cerasa, direttore del quotidiano centrista italiano Il Foglio, citato da Politico. Meloni sa di avere un problema: l’Italia è stagnante economicamente e in declino demografico. In 39 delle 107 province del Paese ci sono più pensionati che lavoratori.
Il decreto Meloni sull’immigrazione legale stima che l’Italia avrà bisogno di 833.000 nuovi immigrati nei prossimi tre anni per colmare il gap lavorativo. Apre la porta a 452.000 lavoratori nello stesso periodo per ricoprire posti di lavoro stagionali in settori come l’agricoltura e il turismo, nonché posizioni a lungo termine come idraulici, elettricisti, bidelli e meccanici.
“È un comportamento estremamente pragmatico”, afferma Matteo Villa, esperto di migrazione presso il think tank italiano ISPI. “C’è stato un cambiamento di discorso.” Date le norme italiane sul ricongiungimento familiare, che consentono ai residenti di portare con sé i propri parenti, “è facile prevedere che tra circa 10 anni questi numeri triplicheranno”, portando circa 1,5 milioni di immigrati, ha affermato Maurizio Ambrosini, professore di sociologia ed esperto di migrazioni al governo Meloni. , ha aggiunto, “è stato spinto ad attuare una politica più realistica da parte della classe imprenditoriale che costituisce una parte importante del suo sostegno”.
Secondo i dati del governo, il numero di persone che arrivano in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo è più che raddoppiato quest’anno arrivando finora a 106.000, rispetto alle 53.000 dello stesso periodo del 2022. La Meloni si è unita alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel concludere un controverso accordo con la Tunisia, scambiando i finanziamenti degli aiuti con sforzi più duri per fermare i migranti che attraversano il paese. Tuttavia, dalla firma del memorandum d’intesa a luglio, gli arrivi sono aumentati di quasi il 40%.
Il rovesciamento del Primo Ministro non è passato inosservato ai suoi alleati di destra, in particolare all’interno del partito della Lega, che fa parte della coalizione di governo. “Dove è andata la Meloni che parlava di ‘blocco navale’?”, si chiede Attilio Lucia, leghista e vicesindaco di Lampedusa, la piccola isola dove arrivano la maggior parte dei migranti. “Speravo che finalmente avessimo un governo di destra… ma la destra sta peggiorando sempre di più della sinistra.”
“Appassionato sostenitore di Internet. Appassionato di musica pluripremiato. Fanatico del caffè. Studioso di social media per tutta la vita.”