Giorgia Meloni, probabile prossimo primo ministro italiano, affronta una lotta per il potere all’interno dell’alleanza di partiti di destra che guida e che minaccia di far deragliare i suoi tentativi di formare un nuovo governo, scrive Politica.
Giovedì sono scoppiati disordini per la nomina del suo collega di partito Ignazio La Russa – collezionista di cimeli fascisti – a presidente del Senato italiano.
La maggior parte dei parlamentari ha votato a favore di La Russa, ad eccezione di un gruppo degno di nota: il partito di centrodestra di Silvio Berlusconi, che dovrebbe schierarsi con Meloni.
La controversia solleva interrogativi sulla longevità dell’alleanza elettorale che Meloni ha stretto con Berlusconi e Matteo Salvini, leader della Lega anti-immigrati.
L’alleanza di destra di Meloni ha ottenuto un totale del 44% dei voti alle elezioni del 25 settembre, abbastanza per formare una maggioranza parlamentare. I tre leader non sono però d’accordo sulla distribuzione dei portafogli ministeriali del futuro governo.
Il partito postfascista Fratelli d’Italia, guidato da Meloni, ha ottenuto il 26% dei voti e, per avere la maggioranza assoluta in parlamento, aveva bisogno dei due alleati della coalizione, la Lega di Salvini e Forza Italia di Berlusconi.
Berlusconi è tornato in Senato con rabbia e ha colpito la scrivania
In vista del voto, Silvio Berlusconi, rientrato in Senato dopo essere stato espulso nel 2013 a seguito di una condanna per ineleggibilità e con un’espressione arrabbiata, ha preso a pugni la scrivania in un’accesa discussione con Ignazio La Russa.
In una dichiarazione rilasciata dopo il voto, l’86enne miliardario, il cui partito ha vinto l’8% alle elezioni, ha suggerito che i membri della coalizione continuino a discutere sull’assegnazione dei ministeri, secondo Agerpres.
Berlusconi si è detto “profondamente preoccupato per i veti dei giorni scorsi sulla formazione del governo” e ha chiesto “una leale ed efficace collaborazione con le altre forze della maggioranza per dotare rapidamente il Paese di un governo”.
La Camera dei Deputati deve scegliere il suo presidente entro venerdì, dopo il fallimento di tre elezioni organizzate giovedì. Matteo Salvini, il cui partito ha ottenuto il 9% dei voti italiani, ha proposto Lorenzo Fontana, cattolico tradizionalista, ex ministro degli Affari europei.
Una volta eletti, i presidenti delle due Camere incontreranno il presidente del Paese, Sergio Mattarella, nel corso delle consultazioni istituzionali che il capo dello Stato deve organizzare prima della nomina del presidente del Consiglio.
Al termine di queste consultazioni, Matterella affiderebbe molto probabilmente il compito di formare il governo a Giorgia Meloni, che diverrebbe così la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio.
“Siamo pronti, non preoccuparti! Giorgia Meloni, che ha mantenuto un basso profilo da quando ha vinto le elezioni, comunicando principalmente tramite i social media, ha detto ai giornalisti giovedì.
Meloni è pronta a guidare il Paese? FMI: l’Italia entrerà in recessione nel 2024
Se Meloni è stato ministro della Gioventù nell’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi dal 2008 al 2011, il suo partito, Fratelli d’Italia, che alle elezioni legislative del 2018 ha ottenuto solo il 4%, non ha esperienza di governo.
Giovedì sera Meloni ha detto che Giancarlo Giorgetti, esponente della dirigenza leghista e attualmente ministro dello sviluppo economico, “sarebbe un ottimo ministro dell’Economia”.
Il nome del ministro dell’Economia era atteso soprattutto nelle condizioni in cui la terza economia della zona euro sta sprofondando in un debito che rappresenta il 150% del PIL. Il FMI ha annunciato questa settimana che l’Italia entrerà in recessione nel 2024 e registrerà un calo dello 0,2% del PIL.
Nel bel mezzo di questo nuovo scandalo, giovedì al parlamento italiano si sono svolti due eventi simbolici.
Un 92enne sopravvissuto all’Olocausto ha presieduto la prima sessione del Senato del mese “che segna il centenario della marcia su Roma, che ha segnato l’inizio della dittatura fascista”.
Un parlamentare ivoriano, Aboubakar Soumahoro, ha prestato giuramento in parlamento: indossava stivali di gomma intrisi di fango in segno di rispetto per i contadini stranieri sfruttati in Italia, a volte fino alla morte.
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