Artyom Uss è arrivato in Russia dopo essere fuggito dall’Italia, dove era agli arresti domiciliari

Il figlio di un governatore russo scomparso dall’Italia il mese scorso dopo essere stato posto agli arresti domiciliari su richiesta degli Stati Uniti ha annunciato martedì di essere tornato in Russia, scrive Le Figaro.

“Sono in Russia! In questi giorni particolarmente tesi, ho avuto al mio fianco persone forti e affidabili. Voglio ringraziarli”, ha detto Artyom Uss, figlio del governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, Alexander Uss, al Agenzia di stampa Ria Novosti.

Vendite illegali di tecnologia americana

Il governatore della regione di Krasnoyarsk, citato dalle agenzie di stampa russe, ha confermato che Artyom Uss è tornato in Russia, ma non ha specificato in quale città si trova o in quali circostanze è tornato.

Artiom Uss è ricercato negli Stati Uniti per aver venduto illegalmente tecnologia americana a compagnie di armi russe. È stato arrestato a ottobre all’aeroporto di Malpensa a Milano. In attesa di una decisione del tribunale sulla sua estradizione negli Stati Uniti, era agli arresti domiciliari e indossava un braccialetto elettronico.

A fine marzo, dopo che un tribunale italiano ha dato il via libera alla sua estradizione, è scomparso. Il quotidiano italiano Corriere della Sera ha affermato che il coinvolgimento dei servizi segreti russi in questa fuga “non è escluso”. Le autorità russe avevano anche inserito Artyom Uss nella loro lista dei ricercati in un apparente tentativo di convincere l’Italia a estradarlo in Russia piuttosto che negli Stati Uniti. Questa bizzarra vicenda fa parte delle più ampie tensioni tra Stati Uniti e Russia sul conflitto in Ucraina. Washington ei suoi alleati occidentali hanno imposto sanzioni a Mosca, prendendo di mira in particolare il settore della difesa.

Citato martedì da Ria Novosti, Artiom Uss ha detto di essere dovuto sfuggire agli arresti domiciliari in Italia a causa della decisione “politica” di estradarlo negli Stati Uniti, presa “sotto pressione delle autorità americane”. “Mentre inizialmente facevo affidamento sulla sua imparzialità, la giustizia italiana ha mostrato una chiara parzialità politica”, ha denunciato. In particolare, Artiom Uss è sospettato, insieme ad altri quattro russi e due broker petroliferi venezuelani, di aver acquistato dagli Stati Uniti componenti elettronici per equipaggiare aerei, radar o missili e di averli venduti a compagnie di armi russe, sfuggendo alle sanzioni in vigore.

La rete è sospettata di utilizzare la stessa società di copertura per trasferire centinaia di milioni di barili di petrolio venezuelano in Russia e Cina.

Attilio Trevisan

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