Arrestato l’uomo la cui identità era stata usata dal gangster Messina Denaro. Che spiegazione ha dato alla polizia?

Andrea Bonafede, uomo di 59 anni di Campobello di Mazara, è stato arrestato dalla polizia italiana che lo accusa di aver permesso per diversi anni all’ultimo boss mafioso siciliano, Matteo Messina Denaro, di usare la sua identità, scrive Il guardiano.

Denaro è stato arrestato il 16 gennaio in una clinica di Palermo, dove curava un cancro sotto il nome di Andrea Bonafede. È stato condannato in contumacia nel 2002 all’ergastolo per aver ucciso con le proprie mani o aver ordinato l’omicidio di dozzine di persone.

Secondo i magistrati, Adrea Bonafede ha autorizzato il mafioso ad utilizzare la sua carta d’identità, la sua tessera sanitaria e persino le sue tessere, oltre a due auto intestate a suo nome.

Anche la casa in cui si nascondeva Denaro, nel comune di Campobello di Mazara, risulta appartenere a Bonafede, anche se i pm dicono che sia stata acquistata con soldi della mafia.

Bonafede si è difeso dicendo di aver incontrato Denaro per strada un anno fa e di averlo aiutato a farsi curare per il tumore al colon di cui era affetto.

Gli investigatori affermano, tuttavia, che “non è plausibile che il boss della mafia più ricercato al mondo chieda aiuto per strada a qualcuno che conosce a malapena”.

Matteo Messina Denaro aveva nella sua scorta i poster del film “Il Padrino”.

Le autorità italiane affermano che Matteo Messina Denaro ha vissuto a Campobello di Mazara per più di un anno senza essere disturbato. Indossava abiti lussuosi, poteva essere visto quasi ogni mattina in un bar locale, cenava in una pizzeria e camminava per le strade, dove veniva accolto calorosamente dalla gente del posto.

Martedì, gli investigatori hanno anche trovato filmati di sorveglianza che mostravano Denaro in un supermercato a fare la spesa tre giorni prima che fosse catturato. Ha comprato carne macinata, due bottiglie di birra e detersivo per il bucato.

I pm stanno ancora indagando se Denaro avesse altri nascondigli in città. Finora i carabinieri hanno trovato tre appartamenti utilizzati dalla mafia, tra cui uno dove dietro i vestiti di un armadio c’era una porta che dava su un bunker.

In questi nascondigli, i pubblici ministeri hanno trovato abiti di lusso, smeraldi, diamanti, un poster del film “Il padrino” di Francis Ford Coppola e diversi libri, tra cui le biografie di Vladimir Putin e Adolf Hitler.

Secondo i pm, Denaro, soprannominato “Diabolik”, è dietro diversi delitti che hanno scosso l’Italia negli ultimi decenni.

Questi includono un attentato del 1992 che ha ucciso i procuratori antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e l’assassinio del 1996 di Giuseppe Di Matteo, il figlio di 12 anni di un mafioso che ha fatto trapelare informazioni agli investigatori.

Editore: D.R

Selene Blasi

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