ANIMAZIONI GRAFICHE. Ricostruzione dell’incidente avvenuto in Italia in cui morirono 21 persone. Come è avvenuta la tragedia

La paura più oscura si è avverata. Tra i resti dell’autobus caduto da un viadotto e andato a fuoco in Italia, vicino a Venezia, sono stati scoperti i corpi di quattro rumeni.

Due mariti e le loro piccole figlie sono ora nella lista delle 21 persone morte in questa terribile tragedia. Negli ospedali italiani, dove sono arrivati ​​15 feriti, un uomo continuava a fare domande sulla moglie incinta, morta nell’incidente.

D’altronde la Procura italiana sta cercando di scoprire cosa abbia portato a questa disgrazia. Un buco nel parapetto di protezione del viadotto solleva molti interrogativi.

Mircea Ogrezeanu, sua moglie – Mihaela – e le loro due figlie – Aurora Maria, 8 anni, e Georgiana Elena, 13 – vivevano in Germania, ma venivano spesso in Romania. Le ragazze volevano vedere i loro nonni rimasti a Târgoviște.

Li avevano chiamati poco prima di partire per Venezia.

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Iuliana Calotă, amica di Mihaela: “Non posso credere che siano loro. Mi dispiace davvero e non voglio credere che siano loro. È una tragedia”.

Antoanela e Marko Bakovic erano in luna di miele a Venezia

Si erano sposati tre settimane fa. Aveva 24 anni ed era incinta di sei mesi. La coppia era salita sull’autobus dopo aver visitato un quartiere operaio e voleva tornare al campo dove alloggiavano. Antonanela è morta nell’incidente. Suo marito, Marco, è ricoverato in un ospedale vicino a Venezia, in terapia intensiva – in condizioni gravi ma coscienti.

“Dov’è mia moglie?” – L’uomo avrebbe chiesto a un’infermiera e lei, sapendo la verità, gli avrebbe detto di riposarsi e di conservare le forze – scrive il quotidiano italiano La Repubblica.

Rita Lorio, psicologa dell’ospedale di Mestre: “I sopravvissuti sono ancora in stato di shock. Hanno ricordi confusi e sono agitati, cosa comune dopo un evento traumatico. Ancora non si rendono conto di cosa è successo e di cosa hanno perso. »

15 persone sono sopravvissute all’incidente

Sul luogo della tragedia qualcuno legò alla ringhiera un mazzo di fiori gialli. Nell’autobus precipitato dal viadotto e avvolto dalle fiamme l’autista era l’unico cittadino italiano, Alberto Rizzotto, 40 anni.

I colleghi lo piangono: «Era un professionista esperto».

I passeggeri erano tutti turisti: quattro rumeni, nove ucraini, tre tedeschi, due portoghesi, un croato e un sudafricano. I parenti cominciarono ad arrivare in Italia.

Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia: “Ci sono parenti che vengono da tutta Europa e noi li accogliamo”.

L’indagine dovrà accertare, innanzitutto per queste persone, le cause che hanno portato all’incidente. Si è trattato di un malore del conducente o di un problema tecnico? Si sta inoltre verificando se nell’incidente abbia avuto un ruolo lo spazio vuoto di due metri che divide in due il guardrail di protezione del viadotto.

Corrispondente di Sky News: “Non c’è alcun segno di frenata, nessun segno che volesse rallentare. L’autobus è passato tra due guardrail prima di saltare oltre il bordo, colpire la strada sottostante e prendere fuoco.”

Ricostruzione dell’incidente

Dalla ricostruzione grafica dell’incidente emerge che l’autobus ha prima cambiato corsia e ha urtato il guardrail per una distanza di 50 metri.

Poi, dove c’era questo varco – visibile anche nelle vecchie immagini di Google Maps – l’autobus finisce sul lato della strada e colpisce di nuovo il guardrail. Poi è caduto da 11 metri ed è caduto sulla strada sottostante.

Allo stesso tempo, aumentano le immagini filmate dai testimoni subito dopo l’incidente. Nelle ultime immagini si vede un uomo che esce dalla finestra. Salva immediatamente anche sua figlia. Le fiamme sono già visibili nella parte anteriore del veicolo.

Boubakar Touré è il nome del primo soccorritore giunto sul luogo dell’incidente a Venezia.

Boubakar Touré, soccorritore: “Prima di tutto una donna alla quale ho offerto il mio aiuto. Non parlava italiano, non so che lingua parlasse, ma non era italiano. Non so da quale paese venisse, ma aveva un figlio. Ha detto “mia figlia, mia figlia” in inglese. L’ho portata fuori, prima lei, poi il bambino. La bambina aveva così tanto sangue dal naso… troppo. L’ho messo giù, mi ha toccato il cuore…”.

I giornalisti italiani scrivono che l’uomo è riuscito a rimuovere quattro persone e un cane dai resti dell’autobus.

Bujar Bucai, tra i primi a soccorrere i feriti: “L’unica cosa che ho chiesto più volte è stato l’aiuto dei passanti, che erano 40-50 metri dietro. Tutti scattavano foto e giravano video, ma nessuno mi aiutava. L’unico aiuto che ho ricevuto è stato da un signore di passaggio, che mi ha lanciato un estintore. L’unico aiuto.”

Nell’ambito dell’inchiesta aperta dopo l’incidente, la procura italiana ha rimosso anche la “scatola nera” dell’autobus, che dovrà essere esaminata. La Procura esaminerà anche se le batterie al litio dell’autobus hanno causato l’incendio scoppiato dopo lo schianto.

Serena Megna

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