Bruxelles-Pechino: parole incoraggianti, ma i problemi restano

“Non c’è conflitto strategico tra Cina e UE. Dovremmo rafforzare il nostro coordinamento nella sfera macroeconomica, garantire insieme una catena di approvvigionamento stabile, costruire motori per l’economia digitale o proteggere l’ambiente. , e scommettere insieme su nuove energie o intelligenza artificiale “. Ecco come apparivano le assicurazioni di Xi a Michel, secondo il MAE cinese, in una dichiarazione ripresa da Agerpres.

Allo stesso tempo, Xi ha sottolineato che entrambe le parti dovrebbero “opporsi al disaccoppiamento, a una nuova guerra fredda o al protezionismo”.

Ma, per questo, “dobbiamo chiarire il fatto che non abbiamo divergenze strategiche fondamentali, nessun conflitto tra le parti. La Cina non vuole dominare nessuno e sostiene l’Ue nel mantenere una strategia autonoma”, ha insistito Xi.

Riguardo alla guerra in Ucraina, Xi ha affermato che “una soluzione politica” è “nell’interesse dell’Europa e dei Paesi dell’Eurasia”.

Secondo il comunicato del Ministero degli Affari Esteri cinese, Charles Michel ha affermato da parte sua che l’UE segue una strategia autonoma, che rispetta la politica di una sola Cina e che vuole “rafforzare la comunicazione” per “ridurre le incomprensioni” e “affrontare le sfide come le crisi energetica, sanitaria e climatica”.

Tuttavia, in un comunicato del portavoce di Michel diffuso dalle autorità europee e ripreso anche da Agerpres, il presidente del Consiglio europeo ha elencato anche alcune “difficoltà” tra le due parti, come quelle incontrate dalle imprese europee nel Paese asiatico e che si è “esacerbato” nel mezzo della pandemia di coronavirus.

Per quanto riguarda il dialogo Cina-Ue sui diritti umani, Michel ha sottolineato che creerà un’opportunità per parlare della “situazione delle minoranze e dei singoli casi”.

E per quanto riguarda l’Ucraina, Michel ha sottolineato che le autorità cinesi devono “contribuire a che la Russia ponga fine alla sua brutale distruzione e occupazione”.

Al di là del linguaggio diplomatico utilizzato dalle due parti, dal dialogo euro-cinese cominciano a emergere alcuni spunti. In primo luogo, di fronte all’irrigidimento degli Stati Uniti, la Cina sembra cercare una via verso l’Europa.

D’altra parte, l’Europa è molto attenta a evitare un riavvicinamento troppo grande tra Cina e Russia. E vorrebbero vedere Pechino spingere davvero Mosca a rinunciare alla guerra.

Tuttavia, permangono segnali di preoccupazione. E non si tratta solo di diritti umani.

Ad esempio, nelle relazioni d’affari, i rapporti sono sbilanciati. Le imprese cinesi godono di una maggiore libertà di azione in Europa rispetto alle imprese europee in Cina.

E infine, gli europei non possono dimenticare che, durante la pandemia, la Cina si è rivelata uno dei principali agenti di disinformazione, come ha dimostrato a suo tempo la stessa Commissione europea.

Ha detto, nell’estate del 2020, che insieme alla Russia, la Cina è stata la principale promotrice della cosiddetta infodemia.

Pertanto, la strada per una vera riconciliazione rimane lunga e complicata.

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Tarso Mannarino

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