Maschio o femmina: il potere è potere. Perché la prima donna premier italiana vuole chiamarsi ‘Il Presidente’

Alla prima riunione di gabinetto di Giorgia Meloni, il presidente del Consiglio eletto si è seduto al centro di una grande tavola rotonda, circondato da più di una dozzina di uomini di mezza età. La scena ha catturato perfettamente la domanda che aleggia tra molti elettori e commentatori: la prima donna primo ministro della nazione ha frantumato il soffitto di vetro solo per se stessa?

Il governo Meloni ha la più bassa rappresentanza femminile – sei ministri su 24 – negli ultimi dieci anni della politica italiana. Sebbene la sua elezione rappresenti un significativo passo avanti in una nazione dominata dagli uomini, la mancanza di donne nel suo gabinetto, per non parlare di quelle nella sua cerchia ristretta, può essere una prima indicazione del suo stile autoritario consapevole della mascolinità.

La Meloni, conservatrice radicale, ha annunciato di volersi chiamare “Il Presidente del Consiglio”, con l’articolo maschile “il”, in contrapposizione al femminile “la”, che precede il suo titolo.

Entrambi gli articoli sono grammaticalmente corretti in questo caso, secondo i linguisti dell’Accademia della Crusca, la secolare istituzione italiana che ha l’ultima parola sulle controversie semantiche. Inizialmente, i funzionari del suo ufficio sono andati ancora oltre, inviando una comunicazione ai dipartimenti governativi dicendo che il primo ministro dovrebbe essere chiamato “Il signor presidente”, o Mr. President.

Emiliana De Blasio, docente alla Luiss, suggerisce che Meloni stia cercando di posizionarsi in opposizione a un certo tipo di femminismo di sinistra. “Il messaggio è: uomo o donna non importa, il potere è potere. Ma le parole contano perché modellano la nostra politica e le nostre società”, ha detto al Financial Times.

Alcuni italiani si lamentano del fatto che le controversie sui significati di genere siano prive di significato poiché il paese è alle prese con un’inflazione galoppante e prezzi dell’energia alle stelle.

Secondo un rapporto della Banca d’Italia, se il 60% delle donne italiane avesse un lavoro, contro il 50% attuale, il prodotto interno lordo aumenterebbe di 7 punti percentuali. L’anno scorso, il tasso medio di occupazione femminile nell’UE era del 67%.

«Meloni è l’espressione del partito più conservatore della coalizione di governo, ispirato ai valori tradizionali, dove le donne sono soprattutto madri», spiega Azzurra Rinaldi, docente all’Università La Sapienza.

Il paradosso è che la vita personale del Primo Ministro racconta una storia ben diversa. Nella sua autobiografia “Io sono Giorgia”, descrive come sua madre ha lavorato in vari lavori per mantenere le sue due figlie dopo che il padre se n’è andato. Il compagno di Meloni, il giornalista Andrea Giambruno, ha recentemente offerto uno spaccato della loro vita familiare in un’intervista: “Lavoro di notte e questo mi tiene impegnato a portare i bambini a scuola”.

Gli osservatori della scena politica italiana descrivono Meloni come una donna di destra con la tendenza a concentrarsi sulla propria immagine forte, e una mascolinità palese sembra aiutarla nell’attuale periodo di crisi.

Attilio Trevisan

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