Polemiche Italia-UE. Mozione di censura contro il Presidente della Commissione Europea

Il motivo della mozione deriva da una dichiarazione dell’amministratore delegato dell’UE secondo cui l’Italia riceverebbe lo stesso trattamento di Ungheria e Polonia se la coalizione di destra vincesse le elezioni di questo fine settimana.

La Commissione europea è in forte disaccordo con le autorità di Budapest e Varsavia a causa delle loro politiche nazionaliste, in risposta Ursula von der Leyen vuole bloccare i fondi europei.
L’esecutivo dell’UE critica costantemente il primo ministro ungherese Viktor Orban e il partito Law and Justice in Polonia per problemi legati al rispetto dello stato di diritto e alle riforme giudiziarie, applicando sanzioni.
I due partiti italiani, Liga e Fdi, si sono astenuti dal votare al Parlamento europeo sulla relazione che considerava l’Ungheria un’autocrazia, mentre il partito di Viktor Orban era stato rieletto a suffragio democratico.

Allo stesso tempo, Georgia Meloni, leader del principale partito di coalizione Italiaa destra, è considerata la favorita alle elezioni e potrebbe diventare la prima donna Primo Ministro di questo Paese. Ha detto che l’Italia sostiene i principi dell’UE e della NATO, sostiene l’Ucraina ma ha criticato gli immigrati e le lobby gay.

Se la coalizione di destra vincesse le elezioni, l’Italia potrebbe unirsi a Polonia e Ungheria contro le decisioni di Bruxelles. Von der Leyen ha affermato che se le elezioni in Italia portano a un cambiamento autocratico, nazionalista ed euroscettico, “abbiamo gli stessi strumenti a portata di mano dei casi di Polonia e Ungheria”.

Ma Matteo Salvini si è ribellato a questa affermazione del capo dell’esecutivo comunitario.
“La signora rappresenta tutti gli europei, il suo stipendio lo paghiamo tutti, ed è stata una minaccia disgustosa e arrogante. Gli italiani votano domenica, non i burocrati a Bruxelles, e se io fossi il presidente della Commissione europea, io “Sarei più preoccupato per le bollette energetiche”, ha detto.

La madre single di 45 anni e schietta della classe operaia romana ha sottolineato la sua identità di madre cristiana e ha condotto una campagna sotto lo slogan Dio, famiglia e patria.

Ha anche sostenuto la teoria del “grande sostituto”, che prevede la sostituzione dei cittadini bianchi con immigrati musulmani.

Sebbene il suo partito abbia radici post-fasciste, ha sottolineato che condivideva valori e politiche con i conservatori britannici e i repubblicani americani.

Selene Blasi

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