Una donna che ha lavorato per il GRU in Russia ha spiato per anni una base NATO in Italia (inchiesta giornalistica)

Una donna agente dei servizi segreti russi è riuscita a infiltrarsi nella base Nato di Napoli, dove da anni spiava, scrive nei numeri del venerdì di diverse testate rilevate dall’agenzia EFE, tra cui La Repubblica e Der Spiegel, a seguito di un’indagine giornalistica che durò quasi un anno.

Il sondaggio, a cui hanno anche contribuito Bellingcat e The Insider, descrive la spia russa come una “donna trentenne cosmopolita e sicura di sé che parla sei lingue straniere” ed è riuscita a penetrare la cerchia di personalità della città italiana di Napoli, in quella del personale di base NATO e la 6a flotta statunitense.

Il nome della sua identità inventata era María Adela Kuhfeldt Rivera, nata in Perù da padre tedesco, ma la sua vera identità era Olga Kolobova, figlia di un colonnello russo, riferisce Agerpres.

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Il passaporto russo con cui è entrato in Italia apparteneva alla “stessa serie usata dalle spie del GRU”, il servizio segreto militare russo, e durante la sua permanenza in Italia ha utilizzato tre passaporti russi, scrive La Repubblica.

La traccia di spionaggio si è persa quando Bellingcat e The Insider nel settembre 2018 hanno pubblicato i nomi delle spie che hanno cercato di avvelenare l’ex agente russo Sergei Skripal e l’armaiolo bulgaro Emil Gebrev, con il russo che poi ha lasciato Napoli per Mosca senza pensarci due volte. . abbandonare

Gli autori dell’inchiesta giornalistica affermano inoltre di non essere riusciti a stabilire quali informazioni fosse in grado di ottenere, né se fosse riuscita a impiantare virus informatici nei telefoni e nei computer degli amici che si era fatta durante la missione in Italia, ma, diciamo, la stessa cosa giornalisti, sappiamo che “entrò in contatto con figure chiave della Nato e della marina americana”.

Editore: AC

Mirella Giovinco

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