Panico nel carcere di Busto, in Italia, dopo che un detenuto rumeno si è tagliato un orecchio. Non è stato ancora chiarito cosa lo abbia spinto ad amputarsi l’orecchio. Ma il prigioniero rumeno di 48 anni ha sicuramente corso un grosso rischio.
Scena inimmaginabile ieri mattina al carcere di Busto Arsizio. I gendarmi del carcere sono riusciti a salvare il prigioniero rumeno che si era appena tagliato un orecchio, prima che l’abbondante emorragia ne compromettesse irreversibilmente le condizioni. Immediato l’intervento dei soccorsi e l’uomo è stato trasportato all’ospedale di Legnano, con l’orecchio tenuto in congelatore.
Il prigioniero rumeno, in condizioni critiche dopo essersi tagliato un orecchio, ha avuto in seguito un infarto
Pochi secondi dopo l’ingresso, anche il 48enne ha avuto un infarto, quindi è stato portato d’urgenza in sala operatoria e sottoposto ad angioplastica. Attualmente la prognosi è sconosciuta e non è possibile stabilire alcun collegamento tra l’atto autoinflitto e l’infarto.
Inoltre non è chiaro con quale strumento abbia reciso l’organo (che non poteva essere ricucito): le ipotesi includono un pezzo di latta affilato o una lama di rasoio. L’uomo è ora in reparto sotto sedazione e dovrà rimanere in osservazione per diversi giorni.
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Ex professoressa universitaria, rappresentante dell’Italia presso l’OMS, ingannata, sequestrata e maltrattata in casa da una donna di 50 anni
Ex professoressa universitaria ingannata, sequestrata e maltrattata nella sua abitazione da una donna di 50 anni. La donna è stata accusata di aver commesso i reati di frode ad un disabile, appropriazione indebita, ricatto e maltrattamenti.
Sei anni di reclusione e cinque anni di interdizione all’esercizio delle pubbliche funzioni: questa la sentenza emessa dal tribunale di Rimini nei confronti di un’imprenditrice 50enne di origini svizzere accusata di aver truffato, segregato e maltrattato negli anni un professore universitario in pensione e dipendente del Ministero degli Affari Esteri.
La donna è stata accusata dei reati di sequestro di un invalido, appropriazione indebita, estorsione e maltrattamenti dopo essere stata arrestata dai Carabinieri due anni fa a Riccione, dove viveva.
“Il giudice della camera penale Raffaele Deflorio ha condannato l’imputato anche al pagamento delle spese legali, oltre al pagamento di un provvisorio immediatamente esecutivo di 20mila euro”, hanno affermato gli avvocati del Codacons Carlo Rienzi e Vincenzo Rienzi, gli avvocati della vittima Urbano Stenta, 81 anni, cieco dalla nascita e un’autorità sulla politica della disabilità che lo ha portato a rappresentare l’Italia presso l’OMS
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