Uno dei vini più apprezzati al mondo, il famoso Prosecco, è il seme dello scandalo tra i viticoltori italiani, sloveni e croati.
L’Unione Europea, infatti, ha deciso di assegnare ad un vino croato chiamato Prosek la distinzione di DOC – Appellation d’Origine Contrôlée.
Gli italiani sono infelici, perché possono essere scambiati per il loro stesso spumante.
Nel conflitto sono comparsi anche produttori sloveni dall’Italia, che vogliono poter commercializzare il proprio vino, chiamato… Prosekar.
Il piccolo paese del Prosecco è a due passi dal confine tra Italia e Slovenia. È qui che sorse la disputa sul vino omonimo. Una vertenza tra produttori italiani di Prosecco e produttori locali. Se dobbiamo credere a questi ultimi, viticoltori italiani di origine slovena, prima del famoso Posecco c’era… il Prosekar, un tipo di vino dolce.
Milos Skabar, enologo di Prosekar: “Il Prosekar è il vino originario, perché è apparso 300 anni prima del Prosecco, e il vitigno è arrivato dal Prosecco al Veneto e Valdobbiadene ed è madre di Prosekar, Prosecco, Prosek e tutte le varianti”.
Nel conflitto sono comparsi anche i croati, che chiedono all’Unione Europea una denominazione di origine controllata per il proprio vino, chiamata… Prosek.
Al di là del nome, i tre assortimenti non hanno nulla in comune. Il Prosecco è famoso in tutto il mondo, uno spumante prodotto da tre consorzi nel nord Italia. Il Prosek è un vino dolce, prodotto in Croazia da uve appassite. E il Prosekar è una miscela prodotta per autoconsumo, dagli sloveni in Italia. Secondo le leggi dell’UE, i produttori Prosekar e Prosek non sono autorizzati a commercializzare il loro vino con questi nomi.
Milos Skabar, enologo di Prosekar: “Fin dal 1600 abbiamo un processo di vinificazione per lo spumante, con un metodo antico, completamente diverso da quello utilizzato oggi per gli spumanti veneti. Il vino fermenta naturalmente in bottiglia, senza zuccheri aggiunti.”
Non sorprende quindi che i produttori di Prosekar vogliano ottenere il riconoscimento europeo per il loro vino e il diritto di commercializzarlo sotto la denominazione di Prosecco di origine controllata.
Andrej Bole, produttore di vino Prosekar e direttore dell’associazione Društvo Prosekar: “Siamo piccoli produttori, ma abbiamo più di 500 anni di storia vinicola, durante i quali il nostro vino si chiamava Prosecco in italiano e Prosekar in sloveno”.
I produttori del Prosecco, versione italiana, sono invece più preoccupati per le richieste dei croati, che vogliono che il loro vino liquoroso, il Prosek, venga riconosciuto.
Luca Giavi, Direttore Generale del Consorzio Prosecco DOC: “Diversi Paesi nel mondo riconoscono e proteggono il nostro marchio da contraffazioni e imitazioni, e se Prosek lo accettasse, è chiaro che sarà difficile spiegare alle autorità straniere che devono proteggerci mentre l’Unione Europea non può restare”.
Stefano Zanette, enologo e presidente del Consorzio Prosecco DOC: “Qui non si tratta di soldi, ma di principio e questa volta dobbiamo combattere insieme perché l’Europa deve vedere un fronte comune”.
I produttori di prosecco italiani hanno seri motivi per proteggere il loro marchio. Ogni anno vengono imbottigliate quasi 550 milioni di bottiglie di Prosecco e le vendite superano i due miliardi di euro all’anno. La controversia sul nome sarà risolta a Bruxelles nei prossimi mesi.
Fonte: Televisione professionale
Tags: Croazia, Italia, Slovenia, vino, prosecco,
Data di rilascio: 25-10-2021 09:53
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