- 5 milioni di italiani abbandonano le cure a causa del sistema.
- Gli italiani aspettano 10 mesi invece di un mese per consultare un cardiologo.
- Gli italiani lamentano tempi di attesa molto lunghi al pronto soccorso.
- Il numero dei servizi medici è diminuito dell’8% negli ultimi 4 anni in Italia.
- Negli ospedali italiani mancano più di 4.500 medici e 10.000 infermieri.
- Più di 1.300 località della Romania non hanno medici di famiglia permanenti.
L’accesso alla sanità in Italia sta diventando una corsa contro il tempo. Il tempo non sembra stare al passo con i pazienti. Piuttosto che dover andare dal medico, è meglio cercare di non ammalarsi. Una visita dal cardiologo può richiedere fino a 10 mesi, anche se la durata è di 30 giorni. Per una visita di gastroenterologia che dovrebbe essere completata in meno di 3 giorni, possono volerci fino a 3 mesi, e un intervento altrettanto urgente per il cancro alla prostata, quasi sei mesi, quando dovrebbe essere effettuato a maggio in meno di un mese. , mostra un rapporto prodotto da un’organizzazione civica di Italia.
I problemi del sistema colpiscono direttamente la popolazione, quasi 5 milioni di italiani rinunciano alle cure per motivi economici, liste d’attesa infinite o difficile accesso ai servizi. La sovrappopolazione e la mancanza di personale hanno portato a un calo del tasso di partecipazione agli screening, gli italiani non si vaccinano più per mancanza di informazioni, soprattutto nel sud del Paese – il numero dei servizi medici è diminuito dell’8% l’anno scorso rispetto a 4 anni fa fa. Nell’area dell’emergenza mancano oltre 4.500 medici e circa 10.000 infermieri. Il messaggio è chiaro: il sistema ha bisogno di rinnovamento, i cittadini devono riconquistare la fiducia nella sanità pubblica.
Anche per quanto riguarda la salute pubblica non stiamo andando molto bene. In più di 1.300 comuni della Romania è meglio non ammalarsi affatto o, se ci si ammala, farlo in un determinato giorno. In queste località non c’è il medico di famiglia o, se c’è, viene solo occasionalmente. Chi dispone di un’auto percorre 100 km tra andata e ritorno per raggiungere i comuni limitrofi per consulenze. Gli altri stanno cercando di trovare soluzioni locali, secondo un rapporto dell’Avvocato del Popolo.
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