“La tecnologia satellitare può essere complementare alle infrastrutture esistenti”

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La tecnologia satellitare “può essere un complemento alle infrastrutture esistenti, soprattutto nelle zone remote che rischiano di rimanere isolate e dove oggettivamente il Paese ha ereditato una situazione critica”. Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, Alessio Buttiin un’intervista per “La Verità”. “Raggiungere gli obiettivi del piano Italia 1 Giga, parte integrante del Pnrr, è una priorità per cittadini e imprese. Ed è per questo – ha proseguito – che lavoriamo a stretto contatto con gli operatori e Infratel per accelerare i progetti, facendo sì che quante più aree possibili siano collegate. Inoltre, stiamo dialogando con alcune Regioni per sperimentare soluzioni satellitari che permettano di garantire una copertura ottimale anche dove le reti terrestri sono di difficile realizzazione”. Riguardo alle indagini in corso, Butti ha preferito non commentare: “Ma posso ribadire che rimaniamo concentrato sul lavoro da fare per garantire la connettività su tutto il territorio italiano”. Secondo alcuni l’alternativa satellitare rischia di dare il colpo definitivo nel baratro a Open Fiber che continua ad avere grandi difficoltà a connettere le zone più remote del Paese e arrangiarsi: “Non vedo alcun rischio di fallimento per Open Fiber – ha aggiunto il sottosegretario – tanto meno per l’utilizzo della tecnologia satellitare. La stessa Open Fiber infatti aveva in corso indagini su questo tema, spesso erroneamente considerata sostitutiva per le infrastrutture terrestri, dovrebbe infatti integrarlo. L’obiettivo è quello di estendere la copertura proprio alle zone dove le reti tradizionali non riescono ad arrivare facilmente, garantendo così un servizio più completo e uniforme su tutto il territorio nazionale.

Sulla rete unica “ho sempre preferito usare il termine ‘rete nazionale’ che, come tale, resta l’obiettivo del governo”. Il Sottosegretario ha infine sottolineato che la tecnologia digitale non è solo uno strumento: è “il collante essenziale che ci permette di integrare settori diversi e di creare una rete davvero interconnessa”. L’interoperabilità consente a queste tecnologie di lavorare insieme, rafforzando l’efficienza e la sicurezza delle nostre infrastrutture e migliorando l’esperienza per cittadini e imprese. Su Google-Sparkle, Butti ha sottolineato che “i contatti con i maggiori player mondiali del settore tecnologico sono dovuti al fatto che l’Italia è finalmente tornata attrattiva per i grandi investitori, un risultato eccezionale raggiunto grazie all’impegno del governo Meloni. Senza accordi o partnership tra aziende private, dobbiamo considerare la trasmissione dei dati tramite cavi sottomarini come fondamentale per le comunicazioni globali e l’economia digitale; l’impegno per tutelare la sicurezza e l’integrità di queste infrastrutture critiche è una priorità per il nostro Paese.

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Nerio Baroffio

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