Le informazioni sul finto chirurgo plastico operante in Romania sono trapelate prematuramente alla stampa? Questo è ciò che è propensa a credere la dottoressa Adina Alberts, che ha parlato più volte con la polizia. È stata proprio lei a denunciare il truffatore. Adina Alberts possiede una clinica privata a Bucarest e lo ha conosciuto l’anno scorso: l’impostore voleva affittarle un ufficio. Il medico cominciò a farsi delle idee quando lo vide all’opera, anche se in un primo momento non sospettava che si trattasse di un truffatore di soli otto gradi. Martedì sera in un dibattito su Digi24 la dottoressa Adina Alberts si è detta preoccupata dal fatto che la prima reazione del Ministero della Sanità a questo enorme scandalo sia stata quella di puntare il dito contro il sistema medico privato.
Adina Alberts è un chirurgo estetico e il medico che ha sporto denuncia contro il finto chirurgo italiano che, nonostante avesse solo otto gradi, ha operato delle star in Romania, un caso che martedì ha scioccato l’opinione pubblica con la sua rivelazione. Adina Alberts ha raccontato all’Evening Journal show di come ha incontrato Matteo Politi e di come si è resa conto che qualcosa non andava ancora in lui, nonostante avesse conversazioni molto competenti. Ma il medico ha notato un comportamento bipolare e poi ci sono stati altri indizi che gli hanno fatto sbandierare quello che sembra essere un delinquente naturale. Aveva preteso ingenti somme di denaro anche da alcuni medici della clinica, e Adina Alberts sostiene che la polizia stava per arrestare il ciarlatano, ma rivelazioni premature sulla stampa lo hanno fatto sparire senza lasciare traccia.
Cosmin Prelipceanu: Come hai conosciuto il medico italiano?
Dott.ssa Adina Alberts: Ha espresso il desiderio di affittare uno spazio medico, uno studio medico nella nostra clinica, si è rivolto ad un’agenzia immobiliare e abbiamo avuto alcune discussioni su argomenti medici. Mi sono convinto che fosse un medico, te lo dico sinceramente, i colloqui con lui non ti hanno lasciato dubbi, non mi sono mai posto neanche per un secondo il dubbio che non fosse un chirurgo plastico. Quindi erano accademici. Dopo abbiamo discusso di più, mi sono accorto, per favore, che aveva una personalità un po’ strana, bipolare, beh, era così, beh… cose che non mi piacciono. Non l’ho fatto, l’ho fatto non ci ho prestato molta attenzione finché non ho visto dei piccoli interventi fatti da lui, intendo gli iniettabili, e poi ho capito che non aveva proprio i modi di un chirurgo, lui non ne avevo la destrezza, è stata una cosa un po’ strana e credo che da quel momento in poi ho cominciato a sospettare, ma, lo ammetto, ci ho messo un po’ prima di rendermene conto. Più tardi ho chiamato il Collegio dei Medici e ho chiesto se era elencato nei documenti, se aveva il diritto di esercitare liberamente la professione in Romania. Del resto era una domanda semplice alla quale il giorno dopo ho ricevuto una risposta semplice: no. Poi ho pensato di rivolgermi alla polizia e subito dopo ho scoperto la stampa italiana, ho cercato su Google e ho visto che era ricercato anche in Italia.
– Quando è successo?
– Lo scorso novembre.
– E hai sporto denuncia alla polizia.
– SÌ. Ho rilasciato dichiarazioni, è stato accertato un procedimento penale, da quello che ho capito, sono iniziate le indagini e mi è stato detto chiaramente e ho capito che le cose dovevano restare così perché servono prove per costruire questo caso, quindi nulla è stato reso pubblico, non è stato detto da nessuna parte, non è stato detto. Da un lato sarebbe stato positivo che se la stampa lo avesse saputo, gli ultimi pazienti non sarebbero caduti nelle loro mani, ma dall’altro la polizia aveva bisogno di prove e di questo periodo di “calma”.
– Da quando hai presentato denuncia alla polizia, l’italiano ha ricevuto altri clienti?
– Non so cosa abbia fatto l’italiano.
– E’ scomparso?
– Per me non esisteva più, nella nostra clinica non è mai successo. D’altronde ho visto post di ogni tipo su Facebook, su Instagram, lui lo fa, lavora in vari posti, posti, a Bucarest, pratica ancora questo lavoro.
(…)
La polizia stava per arrestarlo
La dottoressa Adina Alberts: Dopo aver sporto denuncia, ovviamente, ho pensato più volte alla sua situazione, pensavo fosse uno di quegli assistenti (che operano al posto dei medici – no), ma lei dice che ha otto classi, cosa che non sapevo.
(…)
– Il periodo da novembre ad oggi, dalla presentazione della denuncia alla polizia fino a quando lo scandalo è diventato pubblico, è stato per te un periodo in cui la polizia aveva bisogno di raccogliere prove? O?
– Sono stato in contatto con… Vorrei fare i complimenti ai poliziotti, i poliziotti si sono comportati in maniera esemplare, si muovevano in maniera allegra e non so, ad un certo punto credo che abbiano avuto anche altri ostacoli a modo loro, ma sono stati assolutamente eccezionali, sono venuti più volte, hanno preso di tutto…, hanno fatto qualche domanda in più, ma tutto rientra nella strumentazione di questo fascicolo. Alla fine ho capito che stavano per arrestarlo, in quel momento è apparsa l’informazione pubblica e qui non so cosa sia successo.
– L’informazione è diventata pubblica oggi.
– Oggi. Ebbene sì, loro erano molto vicini al momento in cui volevano fermarlo.
– E questa informazione non avrebbe dovuto diventare pubblica...
– Sì, sembra che sia proprio così.
– La tua comunicazione con la polizia è continuata anche dopo, ne sai di più?
– Puntuale, praticamente, tutto quello che ti ho detto. (…) Ad un certo punto ha espresso il desiderio non solo di affittare, ma di acquistare l’intera clinica, quindi l’intera faccenda sarebbe passata a un livello completamente nuovo. Abbiamo avuto lunghe discussioni, non solo mediche, ma anche sul suo comportamento ingannevole… ha anche derubato di denaro alcuni colleghi, ha chiesto di tutto, costi per certe procedure o certi materiali, a certi colleghi e queste non sono state costi reali. Lo so sempre Ha truffato due medici per ingenti somme di denaro, quindi la truffa per lui, penso, sia nel suo DNA.
(…)
“Ero furioso per l’invasione del sistema medico privato, io, un medico del sistema privato, ho avvisato la polizia”
Questa mattina, quando ho ricevuto la prima chiamata a riguardo, da una stazione televisiva, e sono rimasto per un po’, cinque minuti, e ho sentito quello che veniva detto, dovevo avere la prima informazione per la prima volta. Il Ministero della Sanità si stava già preparando ad adottare il sistema medico privato. È questa la prima comunicazione arrivata questa mattina dal Ministero della Salute. Mi ha motivato, all’inizio mi ha fatto arrabbiare, poi mi ha motivato ad ammettere che, in realtà, Sono stato io, medico della sanità privata, a denunciare e sono stato io a sporgere denuncia alle forze dell’ordine. Questa appropriazione, questo offuscamento a tutti i costi del sistema sanitario privato mi sembra qualcosa che deve finire. Il sistema sanitario privato esiste, si sta sviluppando, è popolato da persone di qualità, ci sono medici molto preparati, qualcosa del genere accade ancora, ma ce ne rendiamo conto, non siamo seduti così e non siamo in alcun modo colpevoli . Per anni abbiamo subito continui rimproveri da parte di funzionari del Ministero della Salute e di altre strutture sanitarie statali, che ci rimproveravano continuamente: hai pietà di tua madre, cerchi solo il denaro. Questo non è vero. (…)
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La dottoressa Adina Alberts è la moglie dell’uomo d’affari e politico Viorel Cataramă. Guarda la discussione completa dell’Evening Journal qui sotto, che includeva anche il Dr. Vasi Rădulescu:
(VIDEO. Jurnalul de seàra, Digi24, 05/02/2019. Discussione con la Dott.ssa Adina Alberts e il Dott. Vasi Rădulescu sul ciarlatano italiano, Matteo Politi alias Dr. Matthew Mode)
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