Come dittatore d’Italia, tra il 1922 e il 1943, Benito Mussolini applicò una filosofia politica originale, che chiamò fascismo, e che prevedeva la subordinazione di tutti gli aspetti della vita personale e nazionale a un governo totalitario. La sua dittatura causò sofferenze infinite e mise in ginocchio l’Italia.
Benito Amilcare Andrea Mussolini nacque il 23 luglio 1883 a Dovia di Predappio, in Italia. Sua madre era un’insegnante e suo padre, di orientamento socialista, era un fabbro. Da bambino Mussolini dimostrò il suo carattere incontrollabile, venendo espulso due volte per aver aggredito i suoi colleghi con un coltello. Divenne insegnante e insegnò nella sua città natale, poi, nel 1902, partì per la Svizzera per sfuggire all’esercito.
Un socialista convinto, leggeva molto, formava la propria filosofia politica e la esponeva pubblicamente ogni volta che ne aveva l’opportunità. A causa delle sue idee radicali, fu espulso dalla Svizzera, poi dall’Austria, dove lavorò come giornalista e sindacalista fino al 1909. Ritornato in patria, Mussolini fu incarcerato per incitamento allo sciopero, cosa che rafforzò la sua reputazione di principale socialista italiano. .
Dalla “lotta di classe” alla politica opportunista
Mussolini pubblicò il suo giornale, Lotta di classeche ebbe un tale successo che gli fu offerto un posto come redattore capo del giornale Prima!, quando aveva solo 29 anni. Seguendo la linea del partito, si oppose al nazionalismo, all’imperialismo e all’uso della forza armata e si dichiarò contrario all’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale (fino a quando non cambiò posizione).
Convinto che la guerra avrebbe portato alla rivoluzione auspicata, Mussolini esortò l’Italia a intervenire quanto prima, poi dovette dimettersi dal giornale e fu espulso dal Partito socialista. Prendendo le parti della borghesia italiana, trovò un editore filobellico (Manlio Morgagni), con il cui aiuto fondarono il giornale. Il popolo d’Italia (In traduzione, Le Peuple d’Italie), dove ricoprì l’incarico di redattore capo. Nelle pagine del nuovo giornale dimostra senza riserve il suo impegno a favore del militarismo nazionalista al quale ha recentemente aderito, facendosi portavoce della classe media, sostenendo un nuovo programma politico e gettando le basi di un proprio movimento politico, Fascisti autonomi.
Quando l’Italia entrò in guerra, Mussolini si arruolò nell’esercito e andò al fronte, ma nel 1917 fu rimandato a casa a causa di un infortunio riportato durante l’addestramento al fronte. Ritornato alla politica, fondò altri due partiti (senza successo) e perse le elezioni del 1919, continuando ad essere popolare. Nel 1921 fu eletto al Parlamento e divenne il leader del Partito Nazionale Fascista, un partito che contava oltre 250.000 iscritti.
Con il sostegno di un gruppo influente in Italia, in particolare quello della Chiesa e dell’esercito, interessato al ritorno dell’ordine pubblico nel paese, Mussolini prese il potere nel 1922.
Regime totalitario
Il periodo che seguì fu segnato da repressione e spargimenti di sangue, con Mussolini che calpestò la costituzione, soppresse i diritti civili, schiacciò l’opposizione e schiavizzò la classe operaia. All’inizio degli anni ’30, coloro che detenevano il potere economico cominciavano a beneficiare del loro dominio totalitario: la corruzione era presente a tutti i livelli di governo, la classe media era sempre più disamorata e la classe operaia viveva a un livello di sussistenza.
Nel 1935 iniziò a mettere in pratica le sue ambizioni imperialiste, invadendo l’Etiopia e poi l’Albania, e nel 1936 le truppe italiane entrarono nella guerra civile spagnola al fianco di Francisco Franco, con l’Italia che pagò prezzi enormi in cambio di benefici minimi.
L’anno scorso
Evitato da Francia e Gran Bretagna, ex alleati dell’Italia, Mussolini stipulò un’alleanza ancora più stretta con la Germania di Hitler e nel 1940, quando divenne chiaro che la Francia si sarebbe arresa alla Germania, l’Italia entrò nella Seconda Guerra Mondiale. Scarsamente equipaggiato e mal organizzato, l’esercito subì sconfitte su tutti i fronti. Quando le truppe alleate sbarcarono in Sicilia (nel 1943), il Gran Consiglio fascista di Mussolini decise di fare la pace con gli alleati.
I membri del Consiglio votarono per riportare al potere il re Vittorio Emanuele III, che ordinò l’arresto di Mussolini, ma un commando tedesco lo fece uscire di prigione e Hitler lo mise a capo di un governo fantoccio nel nord Italia. Nell’aprile 1945, mentre i partigiani italiani e le truppe alleate avanzavano verso nord, Mussolini tentò di fuggire in Svizzera, ma fu catturato dai partigiani e rapidamente giustiziato. Il suo corpo fu trasportato a Milano e appeso a testa in giù in una pubblica piazza (piazza Loreto, accanto a Clara Petacci, Nicola Bombacci, Alessandro Pavolini e Achille Starace).
La sua dittatura durò più di 20 anni e trasformò l’Italia da una società semifeudale ingovernabile in uno Stato moderno, ma con costi enormi in termini di sofferenza umana, libertà democratiche e orgoglio nazionale.
Dopo la morte di Mussolini, il suo corpo fu sepolto nel cimitero di Musco a Milano, ma pochi mesi dopo le sue spoglie furono deposte in una piccola cassa da un gruppo di fedeli fascisti e nascoste prima in un eremo, poi in un monastero di Pavia. Successivamente, il capo della polizia locale lo ha confiscato e nascosto. Nel 1957 le spoglie di Mussolini furono finalmente sepolte nella sua città natale, Predappio.
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