Ciò che è importante nella visita di Marcel Ciolacu in Italia. Claudiu Târziu spiega cosa si aspetta l’AUR dal Primo Ministro per la comunità rumena. “Altrimenti non significa niente, piroetta politica”

Foto: Facebook Marcel Ciolacu

Il senatore Claudiu Târziu ha commentato la visita di Marcel Ciolacu dall’Italia, dove ha incontrato Papa Francesco e Giorgia Meloni.

Il primo ministro Marcel Ciolacu è stato ricevuto giovedì dal primo ministro della Repubblica italiana, Giorgia Meloni, a Villa Doria Pamphili, dove si svolgerà un incontro congiunto dei governi romeno e italiano. Anche oggi Marcel Ciolacu ha incontrato Papa Francesco, ringraziando il Sommo Pontefice per il sostegno dato alle comunità romene in Italia e in tutta Europa.

A dicembre era in Italia anche George Simion, andato a trovare Papa Francesco con un gruppo di rumeni venuti dall’Italia. Simion ha incontrato in questa occasione anche il Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni, che fa parte della famiglia politica di cui l’AUR vuole far parte. In questo contesto, DC NEWS ha chiesto il punto di vista del senatore Claudiu Târziu, presidente del Consiglio direttivo nazionale dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni.

Claudiu Târziu: Il fatto di aver voluto incontrare il Papa potrebbe essere un gesto mimetico dopo quello che ha fatto George Simion

“Lui è Primo Ministro e, come tale, può avere accesso ad altri dignitari del suo stesso grado, quindi l’incontro con il Primo Ministro italiano è qualcosa di naturale. Il fatto che voglia incontrare il Papa può essere un gesto mimetico dopo quello che George Simion lo ha fatto, ma normalmente può anche essere un’iniziativa personale. Altrimenti non credo che tali incontri valgano necessariamente come sostegno politico, valgono solo come dichiarazione di amicizia o come tentativo di completare certi rapporti.

I politici sono chiamati a compiere gesti del genere e non ci vedo nulla di speciale, l’importante è che a questi incontri segua qualcosa di benefico per i popoli rappresentati da coloro che si incontrano, perché la visita del signor Ciolacu in Italia, se non porta ad un miglioramento della situazione dei romeni lì, non significa niente, non significa solo una sorta di piroetta politica e basta.

“Questo è quello che mi aspetto da un primo ministro rumeno”

Cosa voglio dire? Noi, AUR, sappiamo che un anno e mezzo fa, io, come presidente della Commissione per i rumeni di tutto il mondo, ma anche i miei colleghi nella direzione del partito, sostenevamo un’iniziativa lanciata dai romeni d’Italia per il riconoscimento da parte del governo italiano della minoranza romena che è la più numerosa come minoranza etnica con diritti ad essa collegati, così come in Romania la minoranza italiana gode di diritti specifici: apprendere nella lingua madre, avere una rappresentanza politica, avere media finanziati da programmi governativi nella lingua madre, avere programmi culturali per preservare l’identità nazionale e affermare la cultura nazionale, questo è esattamente ciò che hanno anche le minoranze tra noi Rumeni dall’Italia. In Italia questo non è insolito, ci sono minoranze riconosciute come tali che hanno rispettivi diritti e ricevono fondi dallo Stato italiano per le finalità che ho citato, o almeno in parte.

Si possono fare discussioni, trattative, so che c’è un percorso di dialogo con il governo italiano ed è quello che mi aspetto da un Primo Ministro romeno, non parole vuote che suonano molto bene, ma fatti reali perché come Primo Ministro della Romania anche lei può avanzare tali richieste, può anche mostrare cosa sta facendo lo Stato rumeno per le altre minoranze. Altrimenti, se vi incontrate, stringete la mano, sorridete gentilmente, dite solo una parola e andate via, lo avete fatto per niente”, ha detto Claudiu Târziu.

Quanto ad una possibile alleanza tra l’AUR e il PSD, Claudiu Târziu ha dichiarato: “Un’alleanza AUR-PSD non è possibile. Non abbiamo modo di allearci con coloro che consideriamo colpevoli del disastro del Paese, e il PSD è il principale colpevole perché è stato il più a lungo governato in questi 34 anni dalla caduta del comunismo”.

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Attilio Trevisan

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