Pur rappresentando presso la Banca d’Italia un’istituzione indipendente, i vostri rapporti con il mondo politico sono sempre stati, inevitabilmente, molto stretti. Nella quasi totalità dei casi questi incarichi si trovano negli stati successivi a quello del governatorato e hanno anche qualche esempio. Luigi Einaudi (governatore dal 1945 al 1948) fu, ad esempio, membro dell’assemblea costituente prima di diventare governatore. Guido Carli (governatore dal 1960 al 1975), tra il 1947 e il 1948, fu ministro del Commercio estero nel governo Zoli. Vale la pena notare che sia Einaudi che Carli furono tra i primi governatori del Palazzo Koch e questo momento del genere non è ulteriormente verificato. Sono infatti rimaste anche le case di Ciampi e Draghi. Entrambi sono stati infatti chiamati a ricoprire il ruolo di presidente del consiglio in momenti che, per vari motivi, potrebbero considerarsi critici. Certamente questa speranza è stata e ministro nel dovuto governo più chiaramente politica. Tuttavia anche in queste occasioni ha ricoperto l’incarico di Ministro del Tesoro e del Bilancio, rimanendo nell’ambito delle sue competenze tecniche. C’è anche per questo un candidato capace di assumere il ruolo di presidente della repubblica.
La Banca d’Italia è un’istituzione indipendente dal governo e dalla politica. Per questo, senza che esista una norma formale che consenta di nominare governatore un rappresentante politico, la consuetudine ha spinto ad escludere ipotesi di questo tipo. Eppure questo è il caso della generazione e la sua verifica non è il primo anno della repubblica.
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