Il sistema sanitario SAMP/T che italiani e francesi hanno consegnato a Kiev l’anno scorso / Kevin.b/Wikimedia
La guerra d’aggressione russa in Ucraina comincia ad essere percepita in modo diverso da alcuni stati europei.
“La camicia è più vicina del cappotto”. Il significato della celebre citazione, attribuita a uno scrittore dell’epoca dell’Impero Romano, sembra essere colto con precisione dai decisori romani, più preoccupati per la situazione economica interna e la crisi migratoria che l’Italia sta attraversando. . L’invasione dell’Ucraina sta gradualmente passando in secondo piano nell’agenda di politica estera del governo Meloni.
Così, parlando davanti al parlamento italiano, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha affermato che i futuri aiuti militari all’Ucraina dovrebbero essere legati ai negoziati su un “accordo di pace”.
Crosetto lega i continui aiuti militari ai colloqui di pace. Il messaggio è la più seria dichiarazione ufficiale di intenti riguardo all’aggiustamento della posizione di fronte all’aggressione russa, che proviene da uno stato del “triangolo FRA-ITA-GER”, paesi che danno il tono in Europa e definiscono, in infatti, gli orientamenti e le politiche comuni dell’UE.
Opinione: L’Italia tasta il terreno per tracciare una nuova direzione
Il sistema sanitario SAMP/T che gli italiani hanno consegnato a Kiev l’anno scorso / Kevin.b/Wikimedia
Finora avevamo il gruppo di Stati che non rientrano nella categoria di quelli legati alla politica del Cremlino (Ungheria o Slovacchia), in opposizione al “nucleo duro” contro l’aggressione russa, formato dalla maggior parte degli Stati sul fianco orientale. .
L’annuncio dell’Italia era atteso e dà voce agli Stati che sostengono il ritorno alla normalità. Un’utopia, se la guardiamo razionalmente, dal momento che la Russia di Putin non può fermarsi qui e continuerà il processo di armamento per recuperare i suoi “investimenti” (le decine di miliardi perduti). scrissi QUA e chi potrebbe essere il prossimo sulla lista del Cremlino.
Nelle prossime settimane prevediamo che il numero di dichiarazioni simili da parte dei politici europei aumenterà. Possiamo supporre che accanto all’Italia arriveranno paesi come Bulgaria, Croazia e Austria, ognuno dei quali ha interessi economici comuni con la Federazione Russa.
Realpolitik italiana?
“Dobbiamo essere realisti, non possiamo ignorare la situazione militare sul terreno… I tempi ci dicono che occorre un’azione diplomatica efficace”, giustifica Crosetto l’aggiustamento della posizione italiana.
Guardando indietro alla storia, non possiamo fare a meno di notare la situazione della Gran Bretagna nella prima parte della Seconda Guerra Mondiale, quando Londra fu sistematicamente bombardata dalla Germania nazista. Sarebbe interessante sapere cosa pensava di questo momento il ministro Crosetto: gli inglesi avrebbero dovuto avviare trattative di pace con Hitler semplicemente perché la situazione sembrava, al momento, senza speranza?
Il Financial Times descrive il contesto della dichiarazione del ministro italiano come un importante cambiamento di posizionamento:
L’Italia è stata a lungo considerata un ponte tra la Russia e l’Europa occidentale, dato lo stretto rapporto del Partito Comunista Italiano con l’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda.
Quando Mosca lanciò un’invasione su vasta scala dell’Ucraina nel 2022, molti temevano che Roma si sarebbe rivelata l’anello debole, soprattutto dopo l’inaspettata caduta del governo dell’ex primo ministro Mario Draghi, un evento in cui molti italiani sospettavano il coinvolgimento russo.
Ma Giorgia Meloni, il primo ministro di destra succeduto a Draghi, ha condannato fermamente l’aggressione russa e ha sostenuto Zelenskiy, il presidente ucraino.
Crosetto ha insistito sul fatto che il suo appello alla diplomazia non riflette un indebolimento del sostegno di Roma a Kiev o la sua determinazione a raggiungere una “pace giusta” e ha avvertito che lasciare l’Ucraina avrebbe gravi conseguenze sulla sicurezza europea., scrive il Financial Times.
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