Nel bel mezzo della guerra russo-ucraina esce in Italia un romanzo di Vasili Grossman che elogia l’Armata Rossa a Stalingrado

Andando nelle librerie italiane a cercare guide del nord Italia in francese o in inglese, compito futile, ovviamente, ho scoperto, nei luoghi dedicati alle novità, un libro di Vasili Grossman, Stalingrado. Pubblicato quest’anno (aprile 2022, nel bel mezzo della guerra russo-ucraina) dalla casa editrice Adelphi, collezione 731 della biblioteca Adelphi, il libro porta in copertina il nome di Grossman come Vasilij Grossman, au- sopra una foto che mostra un Red Soldato dell’esercito che sventola dal balcone di un edificio a Stalingrado una bandiera rossa.

Almeno tra i rumeni, sono un medico nel campo di Vasili Grossman, questo grande scrittore, della statura di Tolstoj, che ha combattuto la guerra come giornalista in prima linea, inviando quasi quotidianamente al quotidiano Krasnaia Zvezda (Stella Rossa), il quotidiano dell’Armata Rossa, per Stalin più importante della Pravda (le lettere di Grossman, molto riuscite al fronte, perché scritte sul posto e non dagli uffici, furono lette da Stalin nel crepaccio), rapporti di Stalingrado inferno. Non ricordo che scrisse un libro di rapporti su Stalingrado. Non riesco a capire dall’italiano, solo sfogliando il libro, di cosa si tratta. Suppongo, anche incontrandola alla libreria dell’aeroporto di Bergamo, che un editore russo abbia raccolto in un volume la corrispondenza pubblicata da Grossman a Krasnaia Zvezda.

Stalingrado sarebbe quindi la traduzione italiana del Libro di Russia.

Appena arrivato a casa a Bucarest, ho iniziato a indagare.

La corrispondenza di Grossman è stata pubblicata nel 2018, in spagnolo, da Galaxia Gutenberg, SL con il titolo Stalingrado. Croniche desde el frente de batalla (Stalingrado: Cronache dalla prima linea di battaglia). Il testo introduttivo del libro recita:

“Poche battaglie sono state decisive per la storia umana come la battaglia di Stalingrado. E pochi hanno avuto una testimonianza diretta della qualità umana e letteraria di Vasily Grossman. L’autore dell’indimenticabile romanzo vita e destino fu corrispondente di guerra dell’esercito sovietico durante la seconda guerra mondiale e nessuno come lui riuscì a catturare ciò che accadde durante la battaglia di Stalingrado. I testi che compongono questo volume, tratti dal libro Anni di guerra, raccontano l’esperienza dell’autore prima di Stalingrado, dall’arrivo in città del corpo principale delle truppe sovietiche nei primi giorni di settembre 1942 fino al dicembre 1942, quando la battaglia comincia a muoversi chiaramente dal Soviet.

Leggi oggi, 75 anni dopo la fine della battaglia, le cronache di Vasily Grossman mostrano ciò che solo la grande letteratura può fare:

Come la storia, al di là delle figure e della cronologia degli eventi, si incarna in migliaia di destini individuali, di persone concrete, soldati e civili, donne e uomini, giovani e anziani, e permette così di comprendere l’intimità dell’essere umano nella affrontare le esperienze più estreme”.

Il libro nelle librerie italiane dal titolo Stalingrado ha 883 pagine. Quello pubblicato in Spagna ne ha solo 138. Si tratta quindi di un libro diverso dalle raccolte di relazioni inviate da Vasili Grossman in prima linea. Tuttavia, non so se Grossman abbia scritto un romanzo su Stalingrado.

SU Amazon.co.uk Non riesco a capire quale libro sia. Il testo della presentazione è il seguente:

“Quando Piotr Vavilov, un giorno del 1942, vide la giovane postina attraversare la strada con un foglio in mano, diretta verso casa sua, sentì una pressione nel suo cuore. Sapeva che l’esercito stava chiamando i riservisti. Su il 29 aprile, a Salisburgo, al loro undicesimo incontro, Hitler e Mussolini convennero:

Il colpo da infliggere alla Russia deve essere “enorme, straordinario e definitivo”.

Vavilov guarda già con rammarico alla camera da letto e alla sua vita, anche se molto difficile, e con ansia per la separazione dalla moglie e dai figli: “non sentiva con la mente o con il pensiero, ma con gli occhi, la pelle e le ossa, tutta la potenza malvagia di un turbine crudele a cui non importava affatto di lui, di ciò che amava e desiderava. Ha vissuto l’orrore che deve provare un pezzo di legno quando si vede all’improvviso che non scivola più o meno in alto e sponde boscose di sua volontà, ma perché spinta dalla forza impetuosa e inarrestabile dell’acqua”. È il fiume della storia, che sta per inondare e travolgere tutto e tutti: su di lui, Vavilov, la sua famiglia e la famiglia Shaposhnikov, – rannicchiati in un appartamento a Stalingrado per quello che potrebbe essere il loro “ultimo incontro” – e altri indimenticabili personaggi di questo sconfinato romanzo, dove si respira l’aria dei grandi poemi epici… E se Grossman si chiamava “Tolstoj dell’Unione Sovietica”, ora possiamo finalmente aggiungere quella “Stalingrado”, con vita e destinoè la sua “Guerra e Pace”.

Dopo un’intera avventura di polizia, me ne rendo conto Staligrado Le librerie italiane sono il romanzo Per una giusta causapubblicato da Vasili Grossman nel 1954, tradotto per noi nel 1957. Il romanzo è considerato in Occidente come il primo volume di un’opera che comprende come volume due il celebre vita e destino. Sotto questo segno Per una giusta causa è stato pubblicato in Occidente con il titolo Stalingrad, nel 2018 e nel 2019, in occasione della Battaglia di Stalingrado.

Tuttavia, la versione italiana è apparsa nell’aprile 2022. Nel bel mezzo della guerra russo-ucraina e, ovviamente, nel mezzo della russofobia occidentale. Sebbene sia stato scritto da Vasili Grossman, uno dei preferiti dei media occidentali, che ha cercato di sostituire l’eccessivamente slavofilo Solzhenitsyn, Stalingradooriginariamente apparso sotto il titolo Per una giusta causa, nel 1954, rimane il libro di uno scrittore russo. Confrontandolo con il leggendario Guerra e Pace approfondisce il carattere russo. Guerra e Pace resta il libro di un russo fedele alla tesi che la Russia non è la Russia, ma la Grande Russia. Come è apparso in Italia nell’aprile 2002 un romanzo sull’eroismo del soldato russo, questo eroismo si è manifestato nella lotta contro l’hitlerismo? Volevo vedere cosa è stato scritto sulla stampa italiana su questa apparizione. Sono stato più che sorpreso che l’accoglienza sia stata calorosa. Ecco alcuni titoli:

“”Stalingrado” di Vasilij Grossman: in prima linea ci sono i demoni del Novecento (“Stalingrado” di Vasili Grossman: in prima linea tra i demoni del ‘900)” (Alla Repubblica); “Stalingrado” di Vasilij Grossman e il paradosso dei due avversari figli della stessa madre (La Stalingrado di Vasili Grossman e il paradosso di due figli opposti della stessa madre).Ilfattoquotidiano.it); “Il gorgo rawle della storia: “Stalingrado” di Vasilij Grossman” (Il vortice crudele della storia: Stalingrado di Vasili Grossman) (CriticaLetteraria); “La vita è il destino di un capolavoro / Stalingrado di Vasilij Grossman” (La vita e il destino di un capolavoro / Stalingrado di Vasili Grossman (doppoziero.com); “Scelti per te. Stalingrado di Vasilij Grossman.” (Scelto per te. Stalingrado da Vasili Grossman) (maremosso.lafeltrinelli.it); “Nella Stalingrado di Grossman troviamo l’orrore di tutte le guerre” (Nella Stalingrado di Vasilii Grossman troviamo gli orrori di ogni guerra (vvenire.it); Grossman, attiualità della guerra (Nazione Indiana).

I riferimenti alla guerra in Ucraina abbondano. Ma sono complessi, sottili, tenuti entro i limiti della critica letteraria. Ecco alcuni esempi:

“Non mancano momenti di pura e semplice emozione, molto attuali alla luce degli eventi che stanno sconvolgendo l’Ucraina in questi giorni. La scena in cui l’educatrice di un orfanotrofio parla dei bambini sotto la sua protezione, ai più disparati origini, non può che far pensare: “Tra l’altro la guerra mi ha portato qui una metà internazionale. Prima avevo solo russi, ora vengono da me dall’Ucraina e dalla Bielorussia, io ho zingari e moldavi, li ho da tutti ceti sociali, insomma. Anch’io sono stupito di come vanno d’accordo, di come si sentono tutti uguali. Se litigano è perché sono bambini. Quando giocano a calcio litigano, ma lo fanno anche gli adulti. E lo sono molto vicini: russi, ucraini, armeni, bielorussi – è una famiglia…” (Roberta Frigeni, Scelti per voi, Stalingrado di Vasilij Grossman, maremosso. lafeltrinelli.it).

“Volvograd: così Nikita Khrushchev ribattezzò Stalingrado, in omaggio al fiume nelle cui acque scorre il sangue russo. Molti anni fa, sui gradini di Mamajev Kurgan, la gigantesca statua simbolo della vittoria sovietica contro i nazisti, incontrai lo sguardo di Ivan mentre Sono partito per la Cecenia. Ho immaginato che potesse essere un obiettore di coscienza, un pacifista radicale, incapace di uccidere i civili trincerati a Groznyj e quindi pronto ad affrontare una cella di prigione per non rinunciare ai suoi ideali. Se per caso, in questi giorni drammatici, mi è capitato di vedere il fantasma di questa giovane recluta, questa volta in viaggio per Kiev, nello stesso posto, avrei pensato la stessa cosa.

Ma oggi non ho più bisogno di salire a bordo del vecchio Tupolev 134, come facevo allora, per tornare nella città distrutta e ricostruita, dove falce e martello hanno inchiodato per sempre la svastica. Non mi restava che leggere Stalingrad di Vasilij Semenovic Grossman, pubblicato nel 1954 con il titolo, non voluto dall’autore, Per una giusta causa. Un libro la cui traduzione in italiano, appena completata da Claudia Zanghetti per Adelphi, aspettavo da molto tempo, anche se le versioni inglese e francese esistevano già”.

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Tarso Mannarino

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