Nuova legislazione europea: i produttori di vino dovranno dettagliare la composizione – Brasov News

Sono passati anni da quando sui pacchetti di sigarette veniva indicata la percentuale di nicotina e si avvertiva che il fumo nuoce alla salute e può provocare il cancro. Siamo arrivati ​​addirittura a stampare foto di polmoni cancerosi sui pacchetti di sigarette. Nell’UE, la lobby del tabacco è stata finora meno influente di quella dell’alcol, poiché il Parlamento europeo ha costantemente respinto negli anni la proposta di mettere la foto di un fegato cirrotico sulle bottiglie di alcol.

In particolare la lobby del vino è stata influente, riuscendo a far sì che i vini europei fossero finora esentati dall’indicazione della loro composizione in etichetta.

Ma da questo mese termina il trattamento preferenziale e i produttori di vino dovranno dimostrare trasparenza. Il vino può quindi contenere molti additivi, come zolfo, albume d’uovo, vescica di pesce essiccata e molti composti chimici.

Il trattamento preferenziale di cui gode il vino nell’Ue, a differenza della maggior parte dei prodotti alimentari, è terminato. La nuova norma europea richiede che i vini prodotti nell’UE dettaglino la loro composizione, sull’etichetta o tramite un codice QR apposto sulla bottiglia che si collega a un sito web. Sono questi i requisiti del Regolamento (UE) 2021/2117 pubblicato a dicembre 2021, che interesserà le bevande prodotte a partire dall’8 dicembre 2023.

La nuova normativa europea prevede anche l’inserimento sulle etichette delle bottiglie di vino e di prodotti aromatizzati di una serie di dati, in particolare una tabella con i valori nutrizionali, l’elenco degli ingredienti e la durata minima di conservazione nel caso di prodotti vitivinicoli dealcolati. . con meno del 10% di alcol.

Inizialmente sembrava che le informazioni richieste dalla normativa europea potessero essere contenute interamente in formato digitale (con un codice QR). Ma il 24 novembre la Commissione Europea ha pubblicato delle linee guida che complicano enormemente la vita dei produttori. In particolare, è ora sotto i riflettori l’obbligo di inserire esplicitamente nel codice QR la parola “ingredienti” al posto della semplice “i”, inizialmente ritenuta valida. Si tratta di un obbligo che le aziende produttrici – che già avevano iniziato ad organizzarsi pochi giorni dopo l’entrata in vigore della normativa – non avevano previsto.

I più colpiti sono i produttori italiani e francesi, che improvvisamente si rendono conto che milioni di etichette di vino già stampate rischiano di dover essere distrutte a causa dei dettagli tecnici inclusi nella nuova legislazione UE sull’etichettatura. In Italia l’Asti Spumante parla già di venti milioni di bottiglie, ma c’è una montagna di etichette in attesa di altri spumanti e vitigni. Per non parlare dei milioni di bottiglie di prosecco che finiranno la loro fermentazione dopo il 7 dicembre e dovranno essere subito sottoposte alle nuove norme che – salvo sorprese – entreranno in vigore il giorno successivo, festa cattolica dell’Immacolata Concezione. (Concessioni dell’Immacolata) .

Il rigore della nuova normativa, oltre a provocare intense polemiche tra costruttori, ordini professionali e costruttori, rischia anche di provocare danni ingenti. E non solo in Italia. Come sottolinea Unione Italiana Vini, questi nuovi obblighi “cambiano tutto e mettono di fatto in pericolo un’economia europea da 147 miliardi di euro l’anno”.

In questo momento di estrema urgenza per produttori e consumatori, vista l’imminenza delle festività, esiste una soluzione provvisoria, intermedia, ma che richiede non poche formalità amministrative: si può ottenere da Bruxelles un accordo per l’utilizzo, nei limiti del stock disponibile, di etichette prestampate dall’entrata in vigore della normativa. Ma sta mettendo a dura prova le festività natalizie e le economie di migliaia di aziende manifatturiere e milioni di ettari di vigneti nei principali paesi produttori di vino.

Fonte: g4media.ro

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Selene Blasi

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