Prezzi: Coldiretti, -50% ma in Italia mucche e maali “a dieta”. Prandini, ripensare la politica agricola comune

(ASI) Ma oggi in Italia la raccolta degli alimenti principali per molti, maali, polli, tacchini, o anche e prima ancora è dimezzata (-50%) negli ultimi vent’anni a causa dei costi di produzione, dei cambiamenti climatici e delle importazioni. Ecco perché L’Italia esprime le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti presentata in occasione dell’Agricola e Zootecnica di Montichiari (Brescia) la più importante manifestazione internazionale italiana dedicata all’allevamento dove è presente per l’incontro della Coldiretti Alimentare Francesco Lollobrigida il Ministro delle Politiche Agricole e della Sovranità.

Inoltre, la base alimentare delle aziende lattiero-casearie e delle carni che riforniscono di prodotti le famiglie italiane attraversa una profonda crisi – spiega la Coldiretti – con superfici che passano da 1,06 milioni di ettari nel 2000 a poco meno di 500.000 ettari nel 2024, aumentate nello stesso periodo da 10,2 milioni di tonnellate a 5,2 milioni di tonnellate. Con un patrimonio zootecnico di 6 milioni di bovini e bufalini, 8,5 milioni di suini, altrettanti conigli e più di 144 milioni di polli, tacchini, anatre e oche – ricorda la Coldiretti – l’Italia gode di un certo grado di autosufficienza, riferisce la federazione nazionale di Ma, di appena il 53%. Un deficit che – sottolinea la Coldiretti – viene coperto dalle importazioni che nel 2022 hanno raggiunto la cifra record di 6,9 miliardi di peperoncini con un incremento del +30% rispetto all’anno precedente, mentre nei primi sette mesi del 2023 siamo già a 3,8 miliardi. peperoni importati dall’estero. A parte gli eventi geopolitici, come la guerra in Ucraina, nei primi sette mesi del 2023 abbiamo importato più di 1,2 miliardi di chili, praticamente raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Un trend che mette a rischio il futuro della Fattoria Italia, che con un valore di 55 miliardi, – sottolinea la Coldiretti – cede un patrimonio zootecnico di oltre 6 milioni di bovini e bufalini, oltre 8 milioni di ovini e caprini, oltre 8,5 milioni di suini, altrettanti conigli e più di 144 milioni di polli nella straordinaria biodiversità delle stalle italiane con 64 razze bovine, 38 capre e 50 pecore, più di 19 cavalli, 10 maiali, altrettanti polli e 7 asini Senza dimenticare – evidenzia la Coldiretti – prodotti di eccellenze come il Prosciutto di Parma, il San Daniele, il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano legate ai mangimi e ai foraggi del territorio.

Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha sottolineato che gli interventi dell’Ue vanno in una direzione penalizzante per l’agricoltura, la direttiva sulle missioni e perfino la Politica agricola comune (Pac) pensata diversi anni fa. “Ma oggi il mondo è cambiato e ci sono due guerre in corso”. Secondo Prandini, nelle condizioni attuali è necessario lasciare il terreno inutilizzato nell’Unione Europea in nome della vitalità delle importazioni dalla regione sudamericana in tutta l’Asia con un’incidenza di missione superiore a quella dell’UE, con il risultato di crescente ‘inquinamento?’ Ambito dell’economia circolare. Sono quasi 20mila – ha continuato Prandini – i giovani under 40 che hanno scelto in Italia di lavorare a contatto con animali, tra stalle e greggi, portando innovazione, modernità e creatività in un settore che determina l’economia, l’alimentazione e l’atmosfera.

“Di fronte a questo scenario che penalizza l’autonomia nazionale se deve agire sul proprio fronte, da un lato innovare con le nuove tecnologie di miglioramento genetico per recuperare la produzione non solo in termini di sostenibilità ma anche in termini quantitativi e dall’altro condividere contratti settoriali, fondamentale per aumentare il livello di aggregazione dell’offerta, caratterizzare e valorizzare qualitativamente il prodotto nazionale” ha concluso Prandini, sottolineando che “difendere il settore zootecnico italiano significa sostenere un sistema fatto di animali, di ambienti e soprattutto di persone disposte a contrastare lo spopolamento e degrada seriamente l’interesse della generazione, anche in aree difficili.

Attilio Trevisan

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