Il salario minimo è sempre più alto. Nella Commissione Lavoro della Camera ha deciso di unire, contemporaneamente al punto centrista, quello di Forza Italia, firmato dal capogruppo Paolo Barelli. E le opposizioni si infuriano. “La magorgia getta la maschera – commenta il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Commissione, Franco Mari – è ora di dimostrare che costituisce lavoro povero per legge”. Il salario minimo è una priorità per Pd, M5S, AVS, +Europa che ha già raggiunto quel livello intenso di base che è riuscito ancora ad arrivare nell’Aula di Montecitorio dopo mesi di stop e ripartenze. Ma da che, il suo ricco presidente Walter Rizzetto, passò con soli 21 voti di scarto, fu un tornado in commissione. E ora rischia di essere “decisamente affossato”, nonostante le opposizioni (ad eccezione di Iv) abbiano già radunato mezzo milione di imprese per sostenerlo.
“Probabilmente – se si pensa al Pd – si può dire che si è d’accordo con la proposta della gamba a favore del detenuto di Madrid, in Commissione Giustizia si deve pagare il prezzo perché la maggioranza entri nelle modifiche peggiorative che tutti i multati preferiscono rinunciare” . È quasi certo, infatti, che il voto della maggioranza “prenderà il sopravvento” e si concluderà con la cancellazione della somma di 9 euro dovuta all’opposizione e al sindacato: un compenso minimo che, registrato dal centrosinistra, viene introdotto in 22 paesi dell’UE. Ma di cui FI non vuol sentire parlare. Riguardo al sostegno del Cnel, contestato dal governo, nell’indicare la via al contratto collettivo, Barelli dice “più del salario minimo previsto dalla legge”, ricordando che questa fu anche la posizione espressa nel 2021 dal ministro del Lavoro al vertice tempo, Andrea. Orlando. Del resto questa è la circostanza e critica il test FI affermando che “non risolve il problema del lavoro scadente”. Barelli, però, respinge le critiche e afferma che nel suo pdl “voglio valorizzare il contratto collettivo, put in mora e contractti pirata e tassare didicesima, straordinario e lavoro notturno perchisca un reddito da lavoro dipendente non Superiore ai 25mila euro”. “Sui 9 euro l’ora, invece – ribadisce – non siamo d’accordo perché il problema de lavoro povero non è solo legato alla retribuzione, in quanto se uno lavora, ad esempio, solo 3 volte a settimana, con quela retribuzione non qui live “. Si tratta di risolvere e “valorizzare il contratto vigente”.
La posizione di FI, compresa AVS, “è in contrasto anche con la sentenza della Cassazione che pone all’inizio dell’individuo, come unico ‘faro’ contro il lavoro scadente, l’articolo 36 della Costituzione che difende la ‘dignità del lavoro’. ‘”. Secondo la Suprema Corte, infatti, nel contratto, “la seconda maggioranza e il Cnel basta a tutelare i lavoratori rendono superfluo il minimo legale, non sufficiente in presenza di ritorsioni della reputazione”. Un principio che ora, secondo AVS, “rischia di essere vanificato” dalla proposta di Forza Italia.
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