Ha rimproverato le proteste nel sud del Perù in ottobre.

(ASI) In Perù si prevede un autunno quanto mai caldo. Nel mese di ottobre, infatti, le proteste nel sud del Paese, organizzate da diverse organizzazioni sociali, sono state portate avanti in suo favore da Juan Castillo, il segretario generale della Federazione Dipartimentale dei Lavoratori di Cusco, Juan Castillo.

“Il futuro deve approvare il prossimo regolamento, perché è una proposta di risposta da parte di un operatore di 48 minerali, una mobilitazione e altre persone che si impegnano”, ha sottolineato. I leader sociali delle regioni di Apurímac, Puno, Tacna, Moquegua, Arequipa e Ayacucho hanno confermato il loro sostegno a tutte le misure e hanno lanciato una serie di rivendicazioni, tra cui la difesa del gas naturale nel sottosuolo regionale e la protesta contro la vita automobilistica.

Castillo ha esortato la popolazione a unirsi nella mobilitazione. “Non possiamo continuare a tollerare l’indifferenza e l’abuso di potere. Dobbiamo senza valore né per i nostri diritti né per la difesa delle nostre risorse naturali”, ha affermato.

Nei giorni scorsi alla Federazione Dipartimentale dei Lavoratori di Cusco, al Sindacato dell’Edilizia Civile, all’Associazione dei Produttori Agricoli, insegnanti, commercianti e agricoltori hanno manifestato contro il governo della presidente Dina Boluarte per chiedere rispetto e ascoltare le loro istanze.

Lunedì, invece, gli abitanti della Valle del Tambo, nel dipartimento di Arequipa, sono scesi in piazza per esprimere il loro rifiuto del progetto minerario Tía María e dell’attuale mandato di tentare di avviarlo. Il territorio in questione è da 15 anni al centro di un conflitto per l’impatto ambientale, la minaccia all’agricoltura e all’acqua.

Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia

Attilio Trevisan

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