Sul podio finale di Madrid svetta una tripletta unica: con la maglia rossa il leader è Kuss, seguito da Vingegaard a 18 secondi e Roglic a 1 minuto e 8 secondi.
È la prima volta nella storia che il podio di uno dei tre grandi giri è occupato da corridori della stessa squadra. Ma il più grande è il Jumbo Visma Grand Slam di quest’anno, con Roglic che ha vinto il Giro d’Italia, poi Vingegaard vittorioso al Tour de France e ora Kuss al Giro di Spagna.
La cosa ancora più sorprendente è che quest’anno l’americano ha preso parte a tutti e tre i Grandi Giri, ciascuno composto da 21 tappe, 3.500 chilometri distribuiti in tre settimane, con numerose tappe di montagna. Il numero dei corridori che partecipano al Guro, al Tour e alla Vuelta nello stesso anno si conta sulle dita di una mano.
Ma forse l’aspetto più notevole è il fatto che la vittoria della Vuelta è stata conquistata da un “servo”, un “servo” dei leader. Kuss, ottimo scalatore, aiutò Roglic a vincere il Giro e poi Vingegaard al Tour. Alla Vuelta ha vinto l’ottava tappa con un vantaggio di 2 minuti e 30 secondi sui suoi due leader, vantaggio che si è gradualmente ridotto ma non è scomparso del tutto.
La vittoria di Kuss è stata un record Jumbo Visma, una ricompensa per il fedele luogotenente del due volte vincitore del Tour de France Vingegaard e del tre volte vincitore della Vuelta ed ex vincitore del Giro Roglic? Forse. Ma Kuss è un ottimo pilota e, come team leader, avrebbe potuto avere un curriculum più ricco. Ma si è sacrificato per il bene della squadra che ha dominato il ciclismo mondiale negli ultimi anni. La sua vittoria a La Vuelta 2023 è pienamente meritata.
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