Negli ultimi anni si può osservare una progressione spettacolare nel calcio femminile. Questo sta diventando un argomento sempre più presente nelle principali pubblicazioni o sui social network. Club e patron costruiscono le loro squadre, investono nelle giocatrici e gettano le basi per le strategie di sviluppo del calcio femminile. Le principali competizioni femminili sono in prima linea nell’agenda internazionale, beneficiando di generose colonne sul Washington Post, sul New York Times o sull’Economist.
Il crescente interesse degli ultimi anni ha determinato anche un aumento dei finanziamenti. Pertanto, questo contesto ha spinto le federazioni a rafforzare i loro obiettivi strategici nella direzione della promozione e dell’organizzazione di un massimo di competizioni di calcio femminile.
In Romania, il sistema delle competizioni ha subito un vero e proprio cambiamento e dalla stagione 2023/2024 la Federcalcio rumena ha introdotto la certificazione della licenza per le squadre che desiderano giocare in Ligue 1. Questo regolamento mira a contribuire a migliorare le condizioni di gioco e di allenamento del calcio femminile. Inoltre, molti club maschili hanno creato squadre di calcio femminile o stretto collaborazioni con squadre già esistenti, aumentando al contempo il numero di giocatori presenti ai nastri di partenza e la qualità del gioco offerto. Qualche anno fa, in Romania, c’era un solo campionato di calcio femminile, La Liga 1, con 8 squadre. Attualmente ci sono 3 campionati senior (L1, L2, L3) più i Campionati Nazionali Junior – U17, U15, U13, U11 e la U15 Elite League. In totale, per la stagione 2023/2024, sono iscritte 48 squadre a livello senior e 125 a livello junior.
A livello globale, le partite di calcio femminile stanno stabilendo nuovi record per il numero di spettatori negli stadi e un crescente livello di interesse per lo sviluppo e lo sviluppo delle giocatrici.
Il Mondiale, conclusosi ieri con la vittoria della Spagna contro l’Inghilterra, è una buona occasione per ripercorrere l’evoluzione del calcio femminile. Il numero delle squadre titolari è aumentato rispetto a 4 anni fa, anche il numero degli spettatori è in aumento e le prestazioni delle squadre hanno raggiunto nuove dimensioni. Nella fase a gironi, il Sudafrica ha battuto l’Italia e la Giamaica ha eliminato il Brasile e ha raggiunto gli ottavi di finale. La Svezia elimina i campioni in carica degli Stati Uniti e avanza ai quarti di finale del Campionato del mondo. Il campionato del mondo si disputa con 32 nazioni presenti ai nastri di partenza, rispetto agli anni precedenti quando erano 24 le nazionali partecipanti al torneo finale. Le partite del Campionato del Mondo si sono giocate questa volta in dieci arene, ed è stato raggiunto anche un nuovo record per il numero di città in cui si sono svolte le partite: cinque città in Australia (Adelaide, Brisbane, Melbourne, Sydney e Perth) e altre quattro da New Zealand (Auckland, Dunedin, Hamilton, Wellington), questo aspetto favorendo la visione delle partite da parte di spettatori provenienti da più aree geografiche.
Non possiamo lasciarci alle spalle le sfide che i giocatori affrontano nel loro percorso calcistico, a partire dai pregiudizi esistenti nella società, fino alla continua lotta per dimostrare le proprie capacità, per raggiungere l’equilibrio tra carriera e vita personale. Un esempio degno di nota sarebbero i momenti del campionato del mondo. I giocatori delle squadre partecipanti hanno avuto la possibilità di avere vicino i propri figli durante le partite. Le federazioni hanno sostenuto questo approccio e hanno fornito tate per creare un ambiente familiare, dove le madri – giocatrici, i cui figli hanno fino a due anni, possono stare con i loro figli. Irene Paredes, un membro della squadra nazionale spagnola, ne ha approfittato e ha detto ai giornalisti che ci sono una serie di fattori nella prestazione, inclusa la necessità di stare con il proprio figlio. Questo fatto evidenzia le differenze tra calcio femminile e maschile e offre una nuova prospettiva sui possibili ostacoli nella vita delle giocatrici.
Se parliamo del potere dell’esempio, Marta Vieira da Silva può essere uno dei giocatori che riproduce fedelmente quanto sopra. Marta, giocatrice della nazionale brasiliana, è riuscita a portare il calcio femminile ad un altro livello con una prestazione invidiabile, essendo la capocannoniere di tutti i tempi ai Mondiali. Inoltre, nelle conferenze stampa, ha sottolineato il fatto che c’è una vera e propria evoluzione del calcio femminile, dovuta all’aumento della visibilità e alla promozione del fenomeno calcio.
Ciò che dà un vantaggio ai calciatori è la natura stessa della loro natura. Se nel calcio maschile vediamo uno spettacolo con una combinazione di forza e velocità, nelle donne c’è un gioco sorprendente e attraente, con una certa correlazione tra intensità (ritmo di gioco) e resistenza. Ci sono periodi di gioco in cui l’intensità sale a livello di calcio maschile (combinazioni, duelli, finali).
In tempi come questi, i giovani calciatori possono trovare modelli, lasciar andare le paure instillate nel tempo e vedere nel calcio un’opportunità di sviluppo. La UEFA sostiene le iniziative educative delle federazioni e le allenatrici hanno la possibilità di seguire corsi per ottenere le licenze UEFA (C, B, A e PRO), vari programmi di formazione o seminari di formazione realizzati in collaborazione con varie istituzioni.
Il calcio femminile ha il potere di cambiare le percezioni, oltrepassare i limiti e creare un ambiente in cui le giocatrici possano godersi il calcio, nelle migliori condizioni, in cui le prestazioni raggiungano i massimi livelli, è assolutamente necessario. L’accelerazione degli investimenti in questo settore conferma ulteriormente la potenzialità del calcio femminile di attrarre sempre più spettatori, ovvero di generare ampi benefici per le comunità interessate, compresi i profitti, in un futuro non troppo lontano.
Autore: Andreea Vișan, Team manager – Nazionale femminile U19 e U15
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