I semi di chia sono conosciuti fin dall’antichità, ma solo di recente sono stati riconosciuti come superfood grazie al loro ricco contenuto di sostanze nutritive benefiche per la salute. Nel 2009, l’Unione Europea ha incluso i semi di chia come nuovo ingrediente alimentare.

La chia fa parte della famiglia delle Lamiaceae, che comprende piante come lavanda, basilico, menta, maggiorana, enotera, rosmarino e cedro. La parte più benefica della pianta è rappresentata dai suoi semi: piccoli granelli ovali, di colore marrone, bianco o grigio, simili ai semi di lino. La chia cresce nelle regioni tropicali e subtropicali, originaria del Messico meridionale e del Guatemala settentrionale.

La composizione chimica dei semi varia a seconda del clima, del luogo e dell’anno di coltivazione. Ad esempio, i semi coltivati ​​nelle regioni più alte e più settentrionali contengono più acidi grassi insaturi omega-3. I semi di chia sono ricchi di grassi (circa il 30%), carboidrati (26-41%), fibre (18-30%) e proteine ​​(15-25%). Circa il 40% del peso del seme secco è costituito da olio, con la maggioranza (68%) costituita da acidi grassi omega-3.

I semi contengono composti benefici come acidi grassi omega-3 e omega-6, acido clorogenico e caffeico, antiossidanti, fibre, vitamine B e C, carotenoidi, nonché minerali come calcio, zinco, potassio, magnesio, selenio e fosforo . .

Il pregio principale dei semi di chia risiede nel loro alto contenuto di acidi grassi omega-3, essenziali per la salute delle membrane cellulari. Il consumo di semi contribuisce al mantenimento della giovinezza cellulare, al miglioramento delle funzioni cognitive e all’aumento del benessere. Inoltre, gli acidi grassi omega-3 aiutano a regolare la frequenza cardiaca e ad abbassare i livelli di colesterolo “cattivo”, sostenendo un profilo lipidico sano e aumentando i livelli di colesterolo “buono” – un fattore protettivo contro condizioni come l’aterosclerosi, l’ictus, l’infarto miocardico e la demenza vascolare .