Le autorità italiane hanno disposto l’estradizione di Darius Vâlcov in Romania.
Aggiornamento:
“La questione dell’estradizione dei cittadini rumeni per scontare la pena in Romania rimane una priorità per me come ministro della Giustizia.
Oggi, 20 luglio, la Corte d’Appello di Napoli ha disposto la consegna di Darius Vâlcov alle competenti autorità rumene, sulla base del mandato d’arresto europeo emesso il 05.03.2023, dal Tribunale di Bucarest, per l’esecuzione della pena detentiva di 6 anni.
La decisione non è definitiva. Può essere impugnato in appello entro 5 giorni, davanti alla Corte di Cassazione italiana”, ha scritto su Facebook Alina Gorghiu, ministro della Giustizia.
Notizie originali:
Secondo Antena 3 CNN, le autorità italiane, attraverso la Corte d’Appello di Napoli, hanno ordinato l’estradizione di Darius Vâlcov in Romania.
La decisione non è definitiva.
I giudici hanno ordinato la consegna del ministro del governo Ponta, condannato in Romania a 6 anni di reclusione con esecuzione.
Nella seconda metà di maggio di quest’anno, 3 settimane dopo la sua condanna in Romania, Darius Vâlcov ha consegnato alle autorità italiane.
“Nei confronti dell’interessato, il Tribunale di Bucarest – Prima Sezione Penale ha emesso il mandato di esecuzione della pena detentiva n. 1/02.05.2023, condannandolo a 6 anni di reclusione per aver commesso i reati di traffico d’influenza e riciclaggio di denaro”, si legge sul sito della polizia rumena, sezione “Persone ricercate”.
La lista dei condannati fuggiti in Italia è lunga: Dragoş Săvulescu (ex finanziere della Dinamo), Alina Bica (ex boss DIICOT), Ionel Avram (presidente di CJ Neamţ), Daniel Dragomir (ex funzionario SRI), Marian Zlotea (ex boss ANSVSA) e Mario Iorgulescu (figlio del leader LPF).
Darius Vâlcov, ex sindaco del comune di Slatina e ministro delle Finanze, è stato condannato in via definitiva martedì da un collegio di cinque giudici della Corte Suprema a 6 anni di carcere per traffico d’influenza e riciclaggio di denaro.
Si tratta del “File dei dipinti”, così chiamato dopo che i pubblici ministeri hanno trovato più di 100 opere d’arte acquistate da Vâlcov tramite intermediari, alcune delle quali nascoste nei falsi muri degli edifici appartenenti all’ex ministro.
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