Alina Bica, ex capo della DIICOT, vive tranquillamente in Italia con il suo compagno. Di recente è stata vista vendere pizza al ristorante dei due a Bari.
L’ex procuratore capo è fuggito in Italia prima che il tribunale la condannasse a 4 anni di carcere per aver favorito il criminale, nel novembre 2019 nel caso dell’imprenditore Ovidiu Tender.
È già fuggita dal paese Da condannare. Nell’ottobre 2018 è stato trovato in Costa Rica.
L’Italia ha rifiutato di estradarlo.
Alina Bica, da capo antimafia a capo pizzeria
Alina Bica è costretta a stare a casa, in casa, tra le 23:00 e le 7:00. Il resto del tempo può lavorare, può anche lasciare la città. Immagini catturate da Fanatico nella pizzeria di Bari mostra Alina Bica nel locale che appartiene alla compagna dell’ex capo della DIICOT, una rumena originaria del Costa Rica.
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Alina Bica conduce una vita quasi normale a Itaia, diventata un “paradiso dei fuggiaschi”. Mario Iorgulescu, figlio di Gino Iorgulescu, Ionel Arsene, l’ex presidente del consiglio provinciale di Neamţ o Darius Vâlcov, tutte persone che hanno diversi problemi con la giustizia in Romania e che si sono “rifugiate” in Italia.
La legge italiana è più permissiva e consente loro o di scontare una pena più lieve o di vedere respinta la loro richiesta di estradizione in Romania per motivi di origine, cioè se rimangono lì per aprire un commercio.
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Condannato per aver favorito Ovidiu Tender
Secondo la DNA, nel corso del 2013, l’imprenditore Ovidiu Tender ha chiesto il supporto di Alina Bica per ottenere una pena sospesa nel caso RAFO pendente davanti al tribunale di Bucarest.
Alina Bica ha chiesto ai suoi subordinati DIICOT di chiedere al tribunale di concedere a Tender una pena sospesa, secondo i pubblici ministeri di DNA. Per il supporto, Alina Bica ha ricevuto denaro e proprietà immobiliari.
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