Dopo la morte di Berlusconi, il suo partito gioca per la sua sopravvivenza

Un partito creato da Berlusconi per Berlusconi: dopo la morte del miliardario, Forza Italia (FI), che fa parte della coalizione ultraconservatrice del premier Giorgia Meloni, rischia di veder accelerare il proprio declino, scrive l’agenzia AFP, citata da boursorama.com.

Tanto che il presidente del Consiglio segue da vicino la situazione all’interno di Forza Italia (“Per l’Italia”), i cui pochi deputati e senatori sono comunque indispensabili alla sua maggioranza.

Silvio Berlusconi, morto lunedì di leucemia all’età di 86 anni, ha fondato Forza Italia nel 1994 quando è entrato per la prima volta in politica, vincendo le elezioni parlamentari e diventando capo del governo.

Il partito, che era al centro della partita quando il suo leader guidava l’esecutivo (1994-1995, 2011-2006, 2008-2011), da allora ha conosciuto un lento declino, perdendo quasi il 30% dei voti nella legislatura del 2001 elezioni all’8% nel 2022.

“La forza dell’Italia è Berlusconi”, ha detto all’AFP Vera Capperucci, docente di storia dei movimenti e dei partiti politici all’Università Luiss di Roma.

“È un partito progettato dal leader e per il leader. Sarà molto complicato da mantenere”, ha aggiunto il politologo francese Marc Lazar, specialista in politica italiana.

Il partito non ha un successore designato e diverse fazioni si scontrano.

«È un po’ nella natura dei personaggi dominanti, non era tipo da pensare alla sua successione», ha spiegato il suo ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.

Tajani al timone

Antonio Tajani, cofondatore di FI, vicepresidente del Consiglio e capo della diplomazia, è il più fedelissimo dei credenti e si occupa di attualità.

“Forza Italia non può scomparire”, ha detto. “Seguiremo il percorso che ci ha mostrato (…) andremo avanti, sostenendo questo governo”, ha detto a margine di una visita ufficiale a Washington.

Il libro di Tajani non è unanime.

“Non ha carisma politico”, ha detto Franco Pavoncello, presidente della John Cabot University di Roma. Predice “una migrazione [a alegătorilor FI] altri partiti di destra.

“Forza Italia si ridurrà notevolmente”, avverte.

“Un gran numero di elettori e dirigenti di FI sarà probabilmente attratto dalla Lega o da Fratelli d’Italia”, ritiene anche Marc Lazar.

Giorgia Meloni e il suo partito di estrema destra Fratelli d’Italia potrebbero così “riorientarsi”. “Ma non c’è niente di scontato, perché è fedele alle sue radici politiche, il Movimento Sociale Italiano [MSI, post-fascistă]e ci sarebbero resistenze interne”, sottolinea.

Altri dirigenti ed elettori di partiti più “moderati” potrebbero essere tentati di chiedere asilo nel centrosinistra e quindi all’opposizione, secondo lui.

Impensabile, ha detto martedì un funzionario di Forza Italia dopo una riunione dei vertici del partito.

“In questa fase nessuno può permettersi di andarsene, sarebbe assurdo”, ha detto ad AGI in condizione di anonimato.

Non c’è berlusconismo senza Berlusconi

Eppure, «le crisi e le lotte per il potere saranno sempre più acute», proclama Vera Capperucci. Questa opinione è condivisa dai maggiori quotidiani italiani che, come La Repubblica (a sinistra), definiscono la morte di Berlusconi un “terremoto” per il suo partito.

“Il partito non ha mai avuto una normale linea di comando. Posizioni di responsabilità potevano comparire o scomparire in un istante, per semplice capriccio di Berlusconi”, ricorda il quotidiano Il Corriere della Sera.

“Nessuno potrebbe inventare il berlusconismo senza Berlusconi”, dice La Stampa.

Resta la domanda fondamentale: cosa faranno i suoi eredi? FI resta in vita grazie a una fidejussione bancaria di 100 milioni di euro sottoscritta da… Silvio Berlusconi. Questa garanzia sarà mantenuta dai suoi figli?

Secondo i media locali, la primogenita di Silvio, Marina Berlusconi, colonna portante della famiglia nel loro impero economico, ha un buon rapporto con Giorgia Meloni e non ha alcuna intenzione di entrare in politica.

Attilio Trevisan

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