Un rumeno è morto in Italia dopo tre giorni di febbre e vomito. Era padre di tre figli

Un rumeno di 39 anni è morto dopo aver lamentato di non sentirsi bene sul lavoro per diversi giorni. L’uomo era padre di tre figli.

Cristian Petru Catană viveva a Minerbe, in provincia di Verona, ed era padre di tre figli. Faceva il saldatore alla IPKarting e nei giorni scorsi ha lamentato vomito e febbre, informa Mattino di Padova, citato da Il rotaliano.

“Ha avuto una leggera febbre e nausea costante per diversi giorni. Al lavoro, i sintomi sono peggiorati. È andato a casa, incapace di far fronte al lavoro, e lì è crollato”, ha detto la sorella di Cristian, Monica.

A nulla sono valsi i tentativi disperati di rianimazione, applicatigli prima dalla moglie e poi dall’equipe medica giunta sul posto. Cristian è morto davanti a sua moglie.

“Cristian lunedì mattina era al lavoro. Faceva il saldatore in un’azienda del mondo del karting. Continuava a sudare e aveva bisogno di andare in bagno di continuo, vuoi per la dissenteria vuoi per una forte sensazione di vomito. I suoi colleghi, vedendo lui così, gli ha consigliato di andare a casa a riposare. “Ha parcheggiato la macchina ed è entrato in casa, poi è crollato a terra. Era un uomo molto sano, non ha mai sofferto di malattie specifiche. Per diversi giorni, però, ebbe febbre e nausea. È andato dal medico, ma alla fine questi sintomi sono stati trattati come problemi di acidità, o legati al cambio di stagione”, ha raccontato la sorella di Cristian.

Cristian, originario di Târgu Mureș, è arrivato in Italia con tutta la sua famiglia nel 2000. Era conosciuto e rispettato nella comunità di Montagnana.

“Stava girando il mondo con questa azienda, impegnata nel circuito internazionale del karting. Cristian è stato il primo a dire di sì quando gli è stato offerto un viaggio, gli piaceva molto questo lavoro e l’ambiente in cui lavorava”, ha raccontato anche la sorella di Cristian.

L’uomo è stato portato mercoledì nel suo ultimo viaggio ei funerali si sono svolti nella chiesa parrocchiale di San Zenone a Verona.

Serena Megna

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