La Bulgaria e altri sette paesi – Francia, Portogallo, Spagna, Slovacchia, Slovenia, Italia e Ungheria – proteggeranno l’olio di rosa e altri oli essenziali, scrive 24 Chasa.
La manutenzione delle colture da cui si ottengono è un’attività tradizionale per la Bulgaria, che ha importanti dimensioni sociali, economiche e culturali. Pertanto, la Bulgaria insiste nel mantenere l’attuale approccio alla loro classificazione, ha affermato il ministro dell’Agricoltura bulgaro Kiril Vîtev durante l’incontro con i suoi omologhi dell’UE, che si è svolto di recente a Lussemburgo.
Questa posizione è stata sostenuta dagli altri sette paesi.
La Commissione europea sta preparando un regolamento in base al quale gli oli essenziali, compreso l’olio di rosa, saranno accettati come sostanze chimiche, il che ne limiterà l’uso.
Vîtev ha affermato che la cura tradizionale delle colture da cui vengono estratti gli oli dovrebbe continuare, al fine di preservare i redditi degli agricoltori e dei lavoratori stagionali impiegati nel settore.
Il ministro bulgaro ha inoltre sottolineato che la produzione di oli essenziali iconici è molto apprezzata dai consumatori dell’UE e dei paesi terzi. Allo stesso tempo, l’applicazione degli elevati standard dell’UE per la protezione dell’ambiente e la salute pubblica non deve essere compromessa.
Nel caso degli oli essenziali, non ci sono prove scientifiche convincenti che comportino gravi rischi per la salute, il che giustificherebbe un improvviso cambiamento nell’approccio alla loro classificazione, ha affermato Vîtev. E ha aggiunto che il loro uso da secoli è la prova della loro innocuità, scientificamente confermata oggi.
Gli oli essenziali erano un componente chiave in una lunga catena di conferma del valore che includeva agricoltori che coltivavano rose, lavanda, menta, assenzio e altro ancora.
Migliaia di posti di lavoro in tutta Europa hanno generato entrate strategiche significative. Pertanto, la Bulgaria e gli altri sette paesi hanno insistito affinché gli oli essenziali continuino a essere classificati come sostanze e non come miscele.
I ministri dell’agricoltura hanno anche discusso della politica generale della pesca e delle possibilità di pesca per il 2024. Secondo Vîtev, gli sforzi più seri dovrebbero essere diretti verso la creazione di un modello di gestione unitario.
Si è discusso anche sul divieto dell’allevamento di animali per pellicce pregiate. A questo proposito, la Bulgaria sostiene la proposta di un divieto generale, ma insiste nel valutare la necessità di un periodo di transizione e il rischio di esportare questa produzione in paesi terzi, in quanto ciò potrebbe compromettere la filosofia del trattamento umano degli animali.
Fonte: RADIO
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