Il nuovo rebus del presidente francese: una Giorgia Meloni di successo

Giorgia Meloni sembra dare a Emmanuel Macron un nuovo motivo di preoccupazione: la legittimità e il successo del leader italiano di estrema destra minacciano il partito del presidente francese prima delle elezioni europee del 2024.

Nella corsa a quella campagna, i ministri di Macron hanno attaccato il governo Meloni nel tentativo di minare i loro oppositori di estrema destra in patria, il Raduno Nazionale di Marine Le Pen, secondo funzionari e analisti italiani intervistati da Politico. . L’obiettivo è anche quello di impedire la normalizzazione del presidente del Consiglio italiano come rispettabile leader dell’UE.

Macron e i suoi alleati “temono che il successo di Giorgia Meloni sia contagioso e indebolisca ulteriormente il governo francese”, ha affermato Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia. Il governo francese “è inorridito all’idea che il centrodestra in Francia possa unirsi e realizzare in Francia ciò che è successo in Italia”.

Le tensioni sono riaffiorate il mese scorso quando il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha annullato una visita ufficiale a Parigi dopo che il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin aveva affermato che Roma non era “in grado” di gestire la migrazione, un’osservazione sul divario tra le promesse populiste dell’estrema destra durante la campagna elettorale e la realtà quando sono al governo.

All’origine delle frizioni, in particolare quelle migratorie, ci sono sia la politica interna che le prossime elezioni del Parlamento europeo. Bruxelles a spese del gruppo centrista Renew di Macron.

Anche il presidente di Renew Europe al Parlamento europeo e leader del partito Rinascimento di Macron, Stéphane Sejourne, ha ripetutamente attaccato la Meloni su questioni che vanno dalla migrazione ai diritti LGBTQ+, dimostrando che gli attacchi di Darmanin alla politica migratoria della Meloni sono stati più di un passo falso. “Faux pas”, come dicono i francesi.

Marc Lazar, storico di Sciences Po Paris, ha previsto che la tensione sarebbe aumentata con l’avvicinarsi delle elezioni europee. “Il rapporto franco-italiano oscillerà costantemente tra la necessità di lavorare insieme sui grandi temi e la necessità per tutti di prendere le distanze e differenziarsi dagli altri per ragioni di politica interna”.

Per Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto per gli affari internazionali di Roma ed ex rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue, “Macron è preoccupato che la Meloni possa diventare un leader conservatore presentabile e ragionevole, cosa che potrebbe accadere dopo le elezioni”.

Nel frattempo, ansiosa di non essere paragonata alla Le Pen, la Meloni ha progressivamente abbandonato la narrativa antifrancese e antieuropea che usava prima di salire al potere.

Nonostante il suo litigio con Bruxelles, il leader italiano ha assunto una posizione più pro-UE, si è schierato con la NATO di fronte all’invasione russa dell’Ucraina e ha insistito sul fatto che il suo partito non stia flirtando con il passato fascista dell’Italia.

Tarso Mannarino

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