Alina Bica ha iniziato una nuova vita in Italia. L’ex capo della DIICOT, condannato in Romania, lavora nella pizzeria del compagno

L’ex chef DIICOT Alina Bica è stata fotografata in un ristorante nella città di Altamura, mentre prendeva ordini di pizza. Nelle immagini che compaiono nello spazio pubblico, Alina Bica appare durante un evento, al ristorante Noa, e aiuta anche a ordinare le pizze, sulla terrazza del ristorante.

Condannato a quattro anni di reclusione in Romania per aver favorito il criminale, l’ex capo della DIICOT vive benissimo senza restrizioni né timori di essere estradato. La provincia di Bari, infatti, è considerata una sorta di paradiso per i criminali rumeni, ma non solo, vista l’indulgenza dei magistrati qui presenti. E nel caso di Alina Bica, i giudici italiani sono stati più che solidali, consentendole di eseguire gli arresti domiciliari solo durante la notte, tra le 23:00 e le 07:00.

Altamura, la città dove si rifugiò l’ex capo del DIICOT, è una località che risale a prima di Cristo, dal V al III secolo a.C. L’attrazione principale della città è la cattedrale, costruita tra il 1232 e il 1242 da Federico II di Svevia. Lo scorso autunno, nel centro della città, una pizzeria, Noa, è stata aperta da un rumeno di nome Florin Busuioc. Alina Bica si riferisce a lui come al suo compagno di vita, anche se quando ha lasciato il Paese nel 2017 era sposata. E il ristorante è diventato la seconda casa dell’ex procuratore antimafia, a nome del quale le autorità rumene hanno emesso un mandato di cattura internazionale.

Florin Busuioc ha vissuto per più di 10 anni in Costa Rica, lo stato in cui Alina Bica si è rifugiata nel periodo 2017-2018, mentre era indagata in diversi procedimenti penali. Dal Costa Rica è venuta in Italia, a Bari., come racconta Fanatico.

Fonte foto: Fanatico

Punizione leggera per l’ex leader di DIICOT

Corte d’Appello di Bari, Italia. ha respinto la richiesta di estradizione avanzata dallo Stato rumeno nei suoi confronti e gli ha consentito di scontare la pena detentiva in Romania, sotto forma di arresti domiciliari, in condizioni molto blande.

Alina Bica ha l’obbligo di essere a casa entro le 23:00 e di non lasciare l’edificio fino alle 7:00 del mattino. Altrimenti, gli è permesso lavorare, lasciare la città e praticamente qualsiasi altra cosa gli capiti.

Ma l’ex procuratore non si limita a servire la tavola del ristorante. Ha completato un corso triennale accreditato dal Ministero della Pubblica Istruzione italiano e ha conseguito un diploma sostitutivo che le consente di lavorare in qualsiasi scuola in Italia.

In un’intervista con la telecamera nascosta di Antena 3, Alina Bica ha dichiarato di aver lavorato come avvocato.

La versione della condanna di Alina Bica

Sempre in questo contesto, Alina Bica ha raccontato la sua versione del motivo per cui è fuggita dalla Romania, la condanna per aver favorito il criminale.

“Un imputato che ho mandato in giudizio. E, siccome ho detto al giudice che lasciavo scegliere a lui (l’imputato – ndr) come scontare la pena, hanno detto che favoriva il criminale e ordinavano la pena con l’applicazione estensiva della diritto penale Al momento, ho un procedimento dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha già superato questo filtro di ammissibilità.

Sono stato assolto dagli altri tre capi di imputazione e sto cercando di fare il mio lavoro. Ho detto questo: ero il capo, ho lavorato tutta la vita. Quale persona sana di mente può dire “oggi sto commettendo un reato, sto rischiando tutto per niente? (…)

Sono qui in Italia dal 2019. Ho scelto l’Italia perché mia sorella ha lavorato per il governo a Roma per 10 anni. Provo a confessare qui, perché volevo chiudere, non ho alcuna intenzione di tornare in Romania. Voglio fare la mia vita qui, voglio sentirmi libera e fare quello che voglio”, ha detto Alina Bica, secondo Antenna 3.

Serena Megna

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