Darius Vâlcov, ex sindaco di Slatina e ministro delle Finanze, si è recato martedì in una stazione di polizia nella regione di Napoli, ha annunciato la stampa della Penisola. Secondo quanto riferito, l’ex dignitario ha contattato telefonicamente la polizia, dopodiché si è presentato alla stazione di polizia.
Il latitante era ricercato dopo una condanna definitiva a sei anni di reclusione per traffico d’influenza e riciclaggio, reati per i quali avrebbe indebitamente percepito oltre 1,5 milioni di euro.
Per coprire questi danni, il tribunale ha sequestrato più di 7,2 milioni di lei in denaro e proprietà, tra cui 3 lingotti d’oro e 172 dipinti.
(Leggi anche: “L’ex sindaco di Slatina condannato nel caso Darius Vâlcov, detenuto a Milano”)
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un esodo di condannati dal nostro Paese che si sono recati nella Penisola, vi si sono stabiliti o hanno aperto attività commerciali, motivi per i quali alcuni giudici italiani hanno rifiutato di estradare condannati rumeni.
“L’archivio dei dipinti”
Darius Vâlcov è stato deferito nel 2015 dai pubblici ministeri al tribunale di Olt per istigazione alla corruzione.
Era accusato nella fattispecie di avere, tra novembre e dicembre 2012, in qualità di sindaco, preteso da un imprenditore – il denunciante in questione – circa il 10% delle somme riscosse da una società del Comune di Slatina, sulla base di un contratto precedentemente firmato, e tra il 21 gennaio e il 13 giugno 2013, ha ricevuto, in più rate, da questa società, tramite un altro intermediario, più di 2,1 milioni di lei.
Il denaro è stato richiesto in modo che l’informatore non incontri problemi nell’esecuzione del contratto e riceva i soldi in tempo per il lavoro svolto. Si tratta di appalti per la riqualificazione del centro storico del comune di Slatina e per studi di fattibilità, progetti tecnici e lavori di isolamento termico di alcuni isolati.
Il caso è stato soprannominato il Fascicolo dei dipinti, dopo che i pubblici ministeri hanno scoperto più di 100 opere d’arte acquistate da Vâlcov tramite intermediari, alcune delle quali erano nascoste nei falsi muri degli edifici appartenenti all’ex ministro.
L’ex socialdemocratico non era un intenditore d’arte, ma individuava nell’acquisizione di opere d’arte una possibilità di occultare l’origine del denaro ricavato attraverso traffico d’influenza e atti di corruzione.
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